Hanno Detto
Zubizarreta: «Mancini e Vialli hanno una marcia in più»
Zubizarreta elogia gli ex rivali della Sampdoria, sconfitti a Wembley nel ’92, e presenta Italia-Spagna confrontando le due nazionali: le dichiarazioni
Andoni Zubizarreta, intervistato dal Corriere della Sera, ha presentato Italia-Spagna elogiando il gruppo azzurro, anche nello staff. Ricordando, ovviamente, la finale di Coppa dei Campioni vinta a Wembley dal suo Barcellona contro la Sampdoria di Roberto Mancini e Gianluca Vialli.
WEMBLEY ’92 – «Fu una notte mitica per il Barça, perché quella è stata la prima Coppa dei Campioni che abbiamo vinto. I duelli con i sampdoriani erano iniziati già con la Coppa delle Coppe, ma anche quella l’abbiamo conquistata noi, a Berna nel 1990. In Nazionale però la musica era diversa: all’Europeo ‘88 vinse l’Italia con un gol di Vialli e anche nel 1994
abbiamo perso negli Usa. Italia-Spagna è diventato il grande Clasico d’Europa».
MANCINI-VIALLI – «C’è una componente umana molto interessante nello staff azzurro. E credo dica molto di Mancini, del suo senso dell’amicizia e del gruppo. Sono sicuro che Vialli gli dice anche le cose da migliorare: in un torneo breve è fondamentale».
ITALIA RINNOVATA – «Non [mi ha sorpreso] del tutto, perché nel campionato italiano la media gol è stata molto alta: vuol dire che la mentalità sta cambiando in generale. Si ragiona tanto per stereotipi, ma il calcio è sempre più globale. E questa Italia gioca con il pallone, attacca, fa gol, ha una linea difensiva molto organizzata, come è nella sua cultura, ma gioca sempre in avanti, allargando il campo e colpendo negli spazi. È molto interessante da vedere».
DONNARUMMA – «È curioso, perché sembra di parlare di un veterano, ma ha appena 22 anni ed è al primo grande torneo. Sta dimostrando di essere al livello dei migliori, aiutato anche da una fase difensiva fatta molto bene dagli azzurri. Ma per continuare a crescere, adesso è importante il passo seguente: in queste finali dell’Europeo e nel prossimo club, il Psg».
SPINAZZOLA – «Sicuramente [perde qualcosa], perché uno con le su caratteristiche ti aiuta a rompere gli equilibri, ad allargare il campo e trovare gli spazi. Ma Italia e Spagna sono due squadre molto organizzate: quando esce uno, entra un altro giocatore che ha voglia di sfruttare l’opportunità: Emerson ha giocato poco nel Chelsea, ma è potente e occupa bene la sua posizione».