2015

Zenga: «Samp punto d’arrivo per la mia carriera. Con Cagni…»

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La sua Samp è partita forte in questa prima giornata di campionato. Il 5-2 al Carpi non cancella la delusione europea, ma certamente aiuta a rimettere in carreggiata la stella di Walter Zenga, che è tornato in Serie A dopo cinque anni di assenza. L’ultima esperienza era stata al Palermo, ora invece è il turno della Genova blucerchiata.

Il mister blucerchiato ne ha parlato in un’intervista concessa ai microfoni della Serie A Tim, il canale di YouTube che si occupa di approfondire con notizie e curiosità la conoscenza degli appassionati: «Per me la Sampdoria è un punto d’arrivo fondamentale nella mia carriera». In fondo, per ora Zenga ha girato parecchio: «L’esperienza di cinque-sei anni di vita passata attraverso Arabia Saudita, Emirati e la Champions League asitica mi ha permesso di crescere. Queste esperienze permettono di arricchire la persona».

Il salto dal campo alla panchina non è stato poi così facile e ci sono stati diversi allenatori che hanno influenzato l’Uomo Ragno: «Secondo me, un giocatore – quando diventa allenatore – viene influenzato dagli ultimi allenatori che ha avuto. Nel secondo anno alla Sampdoria, mi ruppi i legamenti crociati del ginocchio e avevo Eriksson come allenatore. Vivevo la situazione da fuori. Recentemente ho fatto una telefonata a Osvaldo Bagnoli per i suoi 80 anni: pur essendo stato un solo anno all’Inter, ha avuto un impatto importante su di noi. Poi è chiaro che io nella mia carriera, da Trapattoni a Vicini, ho avuto tanti allenatori importanti. Da ognuno di loro ho appreso il meglio».

Ci si chiede se l’allenatore sia solo come il portiere: «Il mister è più solo del portiere. L’allenatore è circondato da molta gente, ma le idee alla fine sono le sue: quindi è molto più solo del portiere». Zenga spende due parole su Gigi Cagni: «Lui allena la fase difensiva della squadra. In questi anni con Gigi ci siamo incontrati spessissimo: è venuto a vedere gli allenamenti delle mie squadre, è venuto a Dubai. Abbiamo parlato di quest’idea e ci piace». Zenga può ritenersi soddisfatto per la sua carriera: «Dopo 22 anni di Inter e 58 partite in nazionale, nonché 500 presenze da professionista e l’aver girato tre continenti, il sogno di un ragazzino dovrebbe essere quello di esser qui a 55 anni, ancora protagonista. Ancora riconosciuto da tutti come una persona importante del calcio ed essere intervistato da voi».

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