2015
Zenga: «Mihajlovic ha lasciato la cultura del lavoro»
È una settimana rovente per il calcio italiano, questa, per via del derby milanese tra Inter e Milan. Dopo stracittadine dispitate lontano dalla Penisola e risultati per nulla importanti, arriva la prima vera sfida tra due compagini che nel corso della finestra estiva di mercato hanno cambiato molto. Ma la partita si gioca anche sulle due panchine: da una parte Roberto Mancini, dall’altra Sinisa Mihajlovic.
Oltre al fattore comune dell’amicizia, i due sono legati anche a Walter Zenga. Il tecnico della Sampdoria guarda con ammirazione ai colleghi e, pur tentennando, esprime un giudizio riguardo chi potrà fare meglio durante i novanta minuti di gioco, dichiarando inoltre al Corriere dello Sport la fortuna di essere stato il successore del serbo in blucerchiato: «Parlare di loro per me vuol dire parlare di due persone a cui voglio bene, due amici dei quali vado fiero. Loro fanno il tifo per me e io faccio il tifo per loro. Ammetto che domenica farò un po’ più il tifo per Mancio, ma Sinisa capirà… Da giocatore Roberto era già un incredibile gestore di situazioni: fu lui, e non i dirigenti blucerchiati, a chiamarmi per dirmi del mio trasferimento dall’Inter alla Samp. Sinisa invece è sempre stato un grande tattico: alla Samp giocava insieme a Mannini e, nonostante nessuno dei due fosse “nato” centrale, io in porta mi sono sentito sempre al sicuro. A Genova quest’anno ho trovato una notevole cultura del lavoro portata da Mihajlovic, mentre all’Inter, la squadra per cui tifo e dove ho molti amici, Mancio ha riportato un livello di competitività molto alto, come negli anni d’oro».