2014

Wszolek a SampMagazine: «Voglio ripagare i tifosi per l’affetto»

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Prima intervista anche per Pawel Wszolek, esterno blucerchiato e della nazionale polacca, che sulle pagine di Sampdoria Magazine racconta il suo ambientamento alla Sampdoria e i suoi propositi per il futuro.
«Sono qui da otto mesi, mi trovo molto bene. Vivo con la mia ragazza Magda, abitiamo a Bogliasco, vicino a Salamon. Non ci manca niente e siamo molto felici. Genova è una bella città. Mi piace molto la zona del Porto Antico, Ho visitato l’Acquario, sono stato sul Bigo. E poi qui c’è il mare: anche a casa mia a Tczew lo avevo vicino ed è sempre un piacere poterlo guardare».

La Sampdoria è anche Sinisa Mihajlovic, allenatore che Pawel stima molto perché ha sempre una parola per lui e lo tiene in forte considerazione. E la Sampdoria gioca con un modulo a lui congeniale, in quanto già sperimentato in Nazionale e nella sua ex squadra.
«Il Mister mi dice: «Pavel tu prendi pallone, dribbla e non avere paura». Mi consiglia di giocare con la testa libera e di andare avanti, senza preoccuparmi troppo di guardare lui o la panchina. Mi incita sempre a fare meglio, mi tiene in considerazione e questo è molto positivo. Giochiamo con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3, sono moduli che mi piacciono perché li conosco. Nel mio vecchio club e in nazionale li ho fatti entrambi e per un esterno offensivo come me è l’ideale giocare in questa maniera, sempre all’attacco e pressando alti».
«Sono contento per le opportunità che mi sono state concesse fino ad oggi, ma non sono pienamente soddisfatto di come sto giocando, soprattutto nelle ultime partite. Vorrei dare di più – precisa quando gli si chiede del suo rendimento – fare qualcosa di più concreto perché so che è nelle mie possibilità. La differenza tra il campionato polacco e quello italiano si vede tuta e non è facile adattarsi. So benissimo che devo ancora crescere, soprattutto tatticamente perché qui siete dei maestri sotto questo aspetto. Diciamo che devo ancora imparare tanto ma sono giovane e determinato».

Il gruppo è fondamentale e l’ambientamento alla Sampdoria per Wszolek è cosa facile, in quanto come afferma lui stesso i ragazzi sono tutti gentili e lo staff è competente e sempre presente.
«Siamo una grande squadra, giochiamo un buon calcio, e se facciamo come nelleultime due partite, secondo me, possiamo toglierci ancora qualche soddisfazione. Adesso abbiamo 40 punti, siamo tranquilli ma dobbiamo continuare così: sono convinto che non avremo problemi perché il mister e lo staff sono fantastici e il gruppo è davvero unito.
Ho legato con tutti i miei compagni, lavoriamo bene in settimana e in campo ci aiutiamo l’uno con l’altro. Si respira una bella atmosfera, si ride, si scherza e sinceramente non ci poniamo limiti. Restiamo compatti, concentrati e pensiamo partita dopo partita. Ora ragioniamo sulla Fiorentina, poi penseremo al resto. Quel che conta è che siamo sulla buona strada».

L’unica pecca, forse, è la difficoltà della lingua. Pawel capisce tutto, ma riguardo all’esprimersi fa ancora molta fatica.
«L’Italiano è una bella lingua, i primi tempo avevo un’insegnante che mi seguiva; ora sto facendo da solo, è dura ma piano piano sto imparando. Capisco quasi tutto ma ad esprimermi faccio un po’ più di fatica. A parte “pizza”, che si chiama così in Polonia e in tutto il mondo, direi che la parola che mi piace di più è “subìto” anzi “sùbito”, scusa. Quando mi chiamavano e mi dicevano di andare da qualche parte io dicevo sempre “subìto” e allora mi prendevano tutti in giro. E poi mi piace “no paura”, un concetto che mi deve servire sul rettangolo verde».

Infine i tifosi, il 12°uomo in campo, quello che fa la differenza in ogni partita.
«I nostri tifosi sono grandi. Ci seguono sempre, che si giochi a Milano o a Roma, la domenica o il mercoledì. Erano tanti anche a Reggio Emilia e sembrava di essere in casa nostra. Marassi poi è uno stadio che mette i brividi: è grazie a loro che sono ancora più convinto di aver fatto la scelta giusta ad accettare la proposta della Samp. Personalmente mi hanno accolto bene e spero di ripagare presto l’affetto che mi stanno dando. Vorrei giocare come mi sento di poter fare, ovvero mettendo in mostra tutte le mie qualità. Mi piacerebbe restare alla Sampdoria per tanti anni e, con questa bellissima maglia, conquistarmi un posto fisso nella Polonia dei grandi.
Vorrei infine fare un gol, anche se uno lo avevo già fatto a Trieste contro il Cagliari e mi è stato annullato ingiustamente. Peccato, ma sono convinto che farne uno sotto la sud sarà ancora più emozionante».

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