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Ex Sampdoria, Wanda Nara: «Litigo con Icardi per il lavoro, lui pensa…»

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Wanda Nara, moglie ed agente dell’ex giocatore di Sampdoria ed Inter Mauro Icardi, torna a parlare dei litigi con il marito e non solo

Ospite nella trasmissione OlgaWanda Nara torna a parlare della sua relazione con il marito Mauro Icardi, ex giocatore della Sampdoria. Tutto ciò tra uso dei social ed i litigi con il calciatore argentino classe . Le sue parole:

ACCOUNT SEGRETO – «Lo uso per vedere le persone che non seguo. Non lascio commenti e non lo uso per seguire altri profili, lo uso per “spiare”. Il nome è tipo Carlitos, che ne so. Trascorro molte ore in aereo, a volte anche 18 e mi capita di vedere gli account dei nonni, di tutti i parenti».

I LITIGI CON ICARDI – «Se litigo per qualcosa, è per il commento ‘che bisogno c’è che tu lavori’. Il mio grande scontro con Mauro è perché chiaramente lavoro. Cioè, a lui farebbe piacere che non lo facessi, pensa che non sia necessario. A volte mi vede alzarmi presto e mi dice ‘che necessità hai di farlo’. Non mi scoraggia, ma fa commenti che mi rompono le scatole. Se litigo per qualcosa, è a causa di quel commento».

UN CONSIGLIO ALLE MOGLI DEI CALCIATORI – «Le mogli dei calciatori stanno con super calciatori che, per quanto ti scopi,… con chi vai poi se non hai mai lavorato, non hai mai fatto altro, non sei mai uscita di casa? Le donne devono lavorare, devono fare qualcosa. Non dico che si debba essere famose, ma realizzarsi come donna. La moglie di un calciatore deve realizzarsi come donna e non dipendere da lui, deve avere la possibilità di dire ‘un bacio e me ne vado’. Se vuole restare, va bene, ma non deve restare perché non ha altra scelta. Se mia figlia Francesca oggi venisse e mi dicesse ‘mi sono innamorata di un top player, vado a vivere in Ungheria’ io muoio come madre, perché dico ‘tante scuole, tanta istruzione, tanto tutto per stare a casa tua ad aspettare un bambino e fargli da mangiare. Perché vuol dire aspettarlo tutto il giorno in una città dove l’unica cosa che puoi fare è andare in un salone di bellezza, in un centro commerciale… è molto triste».

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