2015
Walter Zenga, il giramondo che conquistò la Romania e fece grande Catania
Nove anni di meno, due anni alla Sampdoria insieme, due campionati in bacheca in più rispetto all’altro: sono le differenze che intercorrono tra Walter Zenga e Sinisa Mihajlovic, allenatori che sembrano destinati ad avvicendarsi sulla panchina del Doria
A prescindere da quello che sarà, comunque, il palmares dell’Uomo Ragno da allenatore merita un attimo di attenzione perché, complici il tempo e l’esser stato quasi sempre all’estero, non sempre l’ex estremo difensore blucerchiato ottiene gli onori della cronaca.
Dalle lacrime all’Arechi della Salernitana, in una gara contro il Campobasso, fino alle 58 presenze in Nazionale: da calciatore Walter Zenga ha vestito la maglia granata, quella del Savona, della Sambenedettese, dell’Inter – per 12 anni – della Sampdoria, del Padova e del New England Revolution, negli Stati Uniti d’America. Proprio qui inizia ad allenare, rimanendo una stagione in panchina in America: poi il rientro in Europa e l’inizio della sua carriera.
Nella stagione 2002-03, Walter Zenga allena il National Bucarest, vincendo la Coppa Nazionale, il suo primo trofeo da tecnico al primo anno, e portando la squadra all’ottavo posto. L’anno successivo va ad allenare la Steaua di Bucarest, dove vince il campionato, il suo primo, al suo secondo anno da tecnico. L’anno successivo cambia nazione e lascia la Romania, trasferendosi in Serbia, alla Stella Rossa di Belgrado: qui vince il campionato serbo-montenegrino, il suo terzo trofeo in tre anni, e vincendo tutte le gare casalinghe, stabilendo un record che non sarà mai più battuto, ma solo eguagliato. Con la Stella Rossa vince anche la Coppa Nazionale, come accaduto a Bucarest.
Per la stagione 2006 cambia ancora una volta squadra, la quarta in quattro stagioni: tocca alla Turchia, dove va ad allenare il Gaziantepspor: l’avventura turca non ha lo stesso fascino di quella balcanica e a gennaio Walter Zenga chiede la risoluzione contrattuale, versa una penale nelle casse della società di Gaziantep e scappa in Medio oriente, negli Emirati Arabi Uniti, dove assume il ruolo di tecnico dell’Al-Ain. Arriva in finale di Coppa del Presidente, che però perde 4 a 1 contro l’Al Wasl, chiudendo la tradizione che vedeva i suoi vincere da due anni consecutivi la competizione.
La prima esperienza emira, però, dura appena sei mesi perché nel 2007 Walter Zenga rientra in Romania, dove ha vinto tutto. Decide di provarci anche con l’ultima squadra della capitale, quella che gli manca, la Dinamo Bucarest. Diventa così l’unico allenatore a essersi seduto su tutte le panchine della città di Bucarest. Dura pochissimo, però, la sua avventura: 15 punti in 7 partite, poi tre pareggi e due sconfitte, che portano il tecnico a rassegnare le dimissioni dopo appena due mesi, nel novembre del 2007.
Walter Zenga rimane fermo per tutto l’inverno, fino a quando non arriva la chiamata in Italia, la prima in carriera: il primo aprile 2008 subentra a Silvio Baldini alla guida del Catania. Debutta e vince 3 a 0 contro il Napoli, nel periodo in cui gli etnei erano la bestia nera di tantissime società della massima categoria: arriva in semifinale di Coppa Italia, dove perde contro la Roma in virtù della vittoria giallorossa dell’andata. Colleziona 8 punti in 7 partite, vincendone soltanto due: un ruolino di marcia non esaltante, ma che viene giustificato dall’aver preso una squadra in corsa. L’anno successivo, infatti, con una società che gli mette a disposizione tutte le necessità del caso, Walter Zenga ottiene il record di punti nella storia del Catania. Inizia con tre vittorie, un pareggio con la Juventus e una sconfitta con l’Inter nelle prime cinque partite: alla settima giornata, con 14 punti, il tecnico milanese è addirittura primo in classifica col Catania per alcuni minuti.
I punti raccolti sono 43, record per gli etnei, e con un successo in tasca – pur senza trofeo – Walter Zenga lascia Catania per andare al Palermo. Maurizio Zamparini lo convince in pochi giorni e gli fa firmare un biennale con opzione per il terzo: la sua avventura in rosanero però dura cinque mesi, cedendo il passo a Delio Rossi, ma portando a casa la vittoria sul Napoli al debutto e contro la Juventus alla settima giornata. Risolve il contratto il 12 gennaio, per poi tornare ad allenare nel Golfo nel maggio del 2010. Firma con l’Al-Nassr, ma lascia dopo meno di un anno a causa di mancati pagamenti dello stipendio. Trova quindi l’accordo con l’Al-Nasr di Dubai, che conduce al terzo posto in campionato e alla qualificazione alla Champions League, per la prima volta nella storia del club.
Nel 2012 Walter Zenga viene sollevato dall’incarico di allenatore, dopo un sesto posto e un’eliminazione agli ottavi dalla Coppa del Presidente. Resta fermo pochi mesi, prima di essere richiamato all’ordine dall’Al-Jazira nel 2013. Arriva terzo in campionato, perde l’Emirates Cup in finale contro l’Al-Ahli ed esce agli Ottavi della Champions League. Dal 15 maggio 2014, Walter Zenga è senza una squadra, dopo aver risolto il contratto con il club. A dicembre, intanto, aveva rifiutato la panchina del Cagliari, a novembre, un mese prima, l’Inter aveva annoverato il suo nome tra i possibili successori di Walter Mazzarri, preferendogli poi Roberto Mancini.
Walter Zenga nella sua carriera ha vinto un campionato romeno, un campionato serbo montenegrino e una coppa di Serbia e Montenegro; ha realizzato il record di punti in una stagione col Catania, ma è evidente che la sua esperienza in Italia sia limitata, così come quella nelle competizioni europee. L’Europa League sarebbe una scommessa, sarebbe una sfida, per tutti. Walter Zenga alla Sampdoria sarebbe un’ulteriore sfida, perché con i tifosi non è rimasto un grande feeling. Intanto, però, un tecnico giramondo potrebbe rientrare alla base, per continuare a dare la Sampdoria ai sampdoriani.