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Volpi: «Sempre amato la Samp, un sogno la fascia da capitano»

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Sampdoria, Sergio Volpi torna a Genova per un’iniziativa della Lega Serie B: le parole dell’ex blucerchiato

Sergio Volpi sarà protagonista dell’iniziativa “A bordoC…ittà“, organizzata dalla Serie B per far incontrare alcuni degli idoli delle squadre di cadetteria con i tifosi. Per la Sampdoria sarà proprio l’ex capitano ad incontrare i tifosi liguri, in un evento in cui firmerà e regalerà palloni. A proposito di questo, e della situazione in casa blucerchiata, Volpi ha parlato in un’intervista rilasciata a Il Secolo XIX. Queste le sue dichiarazioni:

RITORNO – «Ritornerò in vesti diverse dal solito, ma sarà comunque emozionante, come sempre. Con i ragazzi della Sud ho un grande rapporto. Brescia è stata la squadra che mi ha cresciuto, nonchè la mia città; la Sampdoria invece è il club dove ho giocato di più e raggiunto i livello più alti. Da giocatore la partita la vivevo con molta tensione, ora mi limito a non tifare nessuna delle due quando si incontrano.»

FUORI CAMPO – «Il progetto “Fuori Campo” della Serie B? Mi ricorda i primi campi quand’ero bambino, quello dell’oratorio del mio paese. Il Brescia ha creato tanti giocatori di talento, come Baronio, Corini, Diana, Bonazzoli e lo stesso Pirlo. Lui l’ho visto crescere, un campione unico. I miei idoli erano il Milan degli olandesi e la Sampdoria di Vialli e Mancini: con i colori blucerchiati ho sempre avuto un rapporto speciale.»

LEGAMI- «A 17 mi ruppi il perone, così un amico, che sapeva ammiravo Vialli e la Sampdoria, mi regalò la maglia con lo scudetto. La Samp per me è stata una fissazione, giocarci è stato come chiudere un cerchio e indossare la fascia da capitano un vero e proprio sogno. Ho addirittura un tatuaggio per portare la Sampdoria con me, sul polso: il mio numero, il 4.»

TIFOSI – «Di solito seguo le partite in Gradinata Sud, questa volta sarò in tribuna. In gradinata ho visto tante partite, ad esempio l’ultima in Serie A con il Sassuolo. I ragazzi attorno a me cantavano così tanto che avevo quasi voglia di scendere in campo; è impossibile non farsi trascinare.»

IL PERIODO – «Per la Sampdoria è un periodo difficile, è vero. Ma chi viene a Marassi deve sempre dare il 100% per poter uscire con dei punti. La Sud comunque non abbandona mai la squadra: ripeto, quando stavamo retrocedendo c’erano così tante persone da non esserci praticamente più spazio libero. Bisogna dire che con tanti infortuni e squalifiche, la squadra fatica a trovare la giusta continuità.»

OBIETTIVI – «L’obiettivo della Samp? Per ora è recuperare gli infortunati il prima possibile, poi di portarsi in una posizione di classifica che permetta di stare più tranquilli. Se ci sarà la possibilità dei playoff nessuno si tirerà indietro. La rosa ha comunque diversi giocatori di spessore, come Borini, Esposito e Kasami, ma spesso ne mancano troppi. Con il calcio di oggi, che è molto più fisico, è facile farsi male se non sei al top della condizione. Ricordiamo però che la società rischiava di fallire, questo incide non poco, e non è facile creare una squadra velocemente. Abbiamo tanti giovani di prospettiva, devono solo crescere e sviluppare un po’ di personalità. La proprietà non aveva detto di puntare subito alla Serie A, come la mia; a Pirlo darei almeno due anni di tempo per lavorare.»

RICORDI – «Il ricordo più bello? La promozione immediata, anche se eravamo favoriti. Poi la qualificazione in Europa: senza dimenticare lo splendido gruppo unito che eravamo.»

CENTROCAMPO – «Mi piace Yepes, deve ancora crescere, soprattutto dal punto di vista della continuità, ma è forte e ci farei affidamento. Ricci invece è un po’ sottotono, sta deludendo quelle che erano le attese ma dev’essere bravo a reagire.»

BRESCIA – «Il Brescia sta facendo un ottimo campionato, se consideriamo che in estate era a metà fra Serie B e Serie C. Il mercato l’hanno fatto velocemente, nessuno si aspettava lottassero per i playoff, ma ora ci proveranno senz’altro fino all’ultimo. Maran è un allenatore che la B la conosce bene, la squadra poi è tosta, calciatori come Cistana, Paghera, Bjarnason, Borrelli ee Moncini sono importanti. Poi mi piace Galazzi, è di prospettiva.»

PAVONESE – «Alla Pavonese non siamo al livello dei professionisti, siamo in Eccellenza, ma mi piace allenare. Qui vedi la vera passione per il calcio, e io mi adatto a loro, ho come unico obiettivo quello di farli divertire. Vedremo se riusciremo a salire di categoria: dovrò meritarla.»

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