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Viviano: «Felice di essermi legato alla Samp»
Sampdoria, Bologna e la Nazionale. Questi i temi toccati da Emiliano Viviano nel corso dell’intervista rilasciata a Il Corriere di Bologna di oggi, da grande ex della partita. E non sarà il solo: se la Sampdoria può contare sull’estremo difensore, dall’altra parte saranno tanti i volti amici: Angelo Da Costa, oltre ad Antonio Mirante, Luca Rizzo, ma soprattutto Daniele Gastaldello, anche in rossoblu con la fascia di capitano al braccio sinistro.
Rigurdo al suo contratto che lo legherà alla Sampdoria fino al 2021, nonostante le vie del mercato siano infinite, il portierone non ha dubbi. «Cosa ti riserva la vita non lo sai mai, bisogna vedere, di sicuro sono felice della scelta che abbiamo fatto».
Tutt’altra vita alla Sampdoria rispetto a quella fatta a Firenze: essere profeta in patria, lo sappiamo, è durissima: «Firenze non è mai lontana, il legame che ho con la mia città non si spezzerà mai. Io ho fatto la mia strada come la Fiorentina ha fatto la sua. Da parte mia non c’è rancore e neanche voglia di rivincita». Con l’arrivo alla Sampdoria di Montella, ammette l’estremo difensore, si è creato un clima un po’ strano: «Se quando Montella è arrivato alla Samp ho pensato a ciò che era successo a Firenze? Un po’ sì, ne ho parlato anche con lui, ma tra noi poi in fondo non c’erano stati litigi. Il dualismo con Neto? Non è che Montella vedesse solo lui, il fatto è che pensava che io non ce la facessi a dare il massimo per troppe pressioni».
Sono già passati 5 anni da quando il giovane Viviano ha lasciato Bologna, tappa importantissima della sua carriera. «L’ho detto e lo ripeto, è una città meravigliosa con gente meravigliosa, e non a caso avevo anche dato la mia disponibilità per tornare. L’anno scorso la curva mi ha insultato, ma non cambio la mia opinione, a Bologna io e la mia famiglia abbiamo lasciato un pezzo di cuore».
Bologna – Sampdoria, una sfida importantissima: «Vale una fetta di verità, farà capire a noi e a loro chi siamo dopo 5 partite di campionato. Il Bologna ha vissuto di alti e bassi fin qua, prima di tutto noi vogliamo continuare a giocare bene. Muriel? Se continua così è un attaccante da Real Madrid. Credetemi, non esagero. Quelli del Milan non lo hanno mai preso, e neanche quelli della Roma. Per prenderlo devi sparargli con il cannone. Gli resta da capire solo una cosa per diventare un top player: che la squadra è un’orchestra e che non può suonare e cantare da solista».
In chiusura una battuta sulla sua momentanea, ci auguriamo, esclusione dalla Nazionale: «Uno non deve mai sentirsi escluso dal giro azzurro, io continuo a pensarci poi è chiaro che l’allenatore deve fare le sue scelte»