2014

Vice-Gabbiadini, ecco tutti i nomi e le situazioni accostate alla Samp

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Chi entra e chi esce per la Sampdoria, nel reparto offensivo. Mentre Manolo Gabbiadini attenderà soltanto il 5 gennaio per poter essere accolto dal Napoli, da un terzo posto a un altro terzo posto, il Doria è chiamato a risolvere le questioni legate ai nomi più in voga di questo momento per il proprio reparto offensivo.

Da un lato la pista Josip Ilicic si è nettamente raffreddata: il trequartista sloveno oramai è stato superato da Joaquin Correa, per il quale l’operazione è stata portata a termine in maniera rapida e con un investimento importante per il futuro, tra l’altro dilazionato in maniera tale da poter al meglio godere dell’incasso ottenuto dalla cessione di Gabbiadini. Ilicic lascerebbe la Fiorentina per trovare più spazio, ma non è detto che possa essere il Doria la sua destinazione, perché dopo un primo momento, adesso le necessità blucerchiate sono diverse.

Dall’altro lato Luis Muriel rischia di diventare un’operazione lenta e ostica da condurre: l’Udinese vorrebbe evitare di privarsene, soprattutto se questo significa rinforzare la Sampdoria, che per quanto a oggi abbia 5 punti in più in classifica, è una concorrente diretta per un posto in Europa League. Da un lato Muriel potrebbe ritrovare lo smalto perso, giocando al Ferraris, dall’altro al Friuli non vedono perché privarsi di un giocatore che fino a una stagione fa era l’ottimo compagno di reparto di Di Natale: c’è disponibilità a trattare, ma bisogna sottoporre all’Udinese un’offerta degna. 

Timida, invece, l’idea che conduce a Leonardo Pavoletti. L’attaccante del Sassuolo era stato richiesto già a fine luglio, quando Carlo Osti provò a prelevarlo in prestito. L’attaccante neroverde nel frattempo ha collezionato minutaggio e anche una rete in Serie A, quindi ha avuto il tempo per adattarsi alla massima serie: arriverebbe soltanto in caso di partenza di Gonzalo Bergessio, per ricoprire il ruolo di vice-Okaka e permettere a Sinisa Mihajlovic di avere un rincalzo sicuramente meno oneroso dell’argentino.

Impossibile, a questo punto, non parlare anche di Antonio Cassano. Prima della cessione del Parma le possibilità erano molto alte, ma adesso bisogna rivedere le priorità del nuovo presidente, della nuova proprietà: lasciar andare Cassano significherebbe per i ducali abbracciare la retrocessione senza scrupoli, tenerselo significherebbe non depauperare un reparto offensivo che è già orfano di Biabiany e si appoggia sulle spalle di Palladino. Forse è meglio rimandare tutto, anche stavolta, come l’ultima volta.

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