Vialli a 360°: lotta contro la malattia, Coronavirus e amicizia con Mancini
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Vialli a 360°: lotta contro la malattia, Coronavirus e amicizia con Mancini

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Gianluca Vialli, ex attaccante della Sampdoria, ha raccontato la lotta contro la malattia, il periodo di quarantena per il Coronavirus e il lavoro in nazionale con Mancini

Gianluca Vialli ha rilasciato una lunga intervista al The Guardian in cui ha parlato della lotta contro la malattia, dell’emergenza Coronavirus e della collaborazione in nazionale con Roberto Mancini, ex compagno alla Sampdoria.

MALATTIA – «All’inizio ero confuso e mi sentito indifeso, senza speranza. Però ragionavo come un calciatore dinanzi a un infortunio, pensavo già alla prossima mossa da fare. E i miei amici continuavano a ripetermi che avrei vinto anche questa battaglia. Continuerò questo viaggio finché il cancro non si arrenderà davanti a me. Al momento sono in buone condizioni e la malattia è sparita, ma ci vorrà tempo per stabilire se sarò completamente guarito».

VERGOGNA – «Non volevo che i miei genitori vedessero la mia sofferenza, indossavo un maglione sotto la maglietta per mascherare la perdita di peso. Ho impiegato quasi un anno a rendere pubblica la mia storia perché non volevo che l’immagine di persona forte fosse scalfita. È stato pesante, ma ora mi rendo conto che non esiste vergogna nel manifestare le proprie emozioni. Se voglio piangere, piango. Se voglio ridere, rido. Mi fa stare meglio».

CORONAVIRUS – «Sono vicino alla mia gente, a Cremona, con in pensiero ma vorrei esserle vicino anche fisicamente. Mi sono sentito male nel leggere certe notizie sull’Italia, è una tragedia. Io abito a Londra, lavoro da remoto e trascorro molto tempo con la mia famiglia. Fortunatamente non ho perso nessuno che conosco».

PREMIER LEAGUE – «Se il calcio può essere sfruttato come strumento in grado di dare sollievo e piacere, allora non vedo l’ora che si riprenda a giocare. In questo momento, però, penso anche ai calciatori. Non saprei cosa dire loro per rassicurarli su infortuni e altro. Se fossi ancora un giocatore, avrei difficoltà a pensare al calcio perché le persone continuano a morire».

NAZIONALE – «Ho iniziato un nuovo capitolo della mia vita e sono felice di lavorare con il mio migliore amico Mancini, è fantastico poter aiutare lui e ispirare i calciatori. Proseguirò fino al Mondiale in Qatar del 2022, poi vedremo».

FUTURO – «Ora sentiamo ripetere che la salute è la cosa più importante, ma quando sarà stato sconfitto il virus? Pensiamo al cambiamento climatico e all’inquinamento… Dovremo rinunciare ai nostri agi per mantenere più sicuro il pianeta. Sono convinto che ci riusciremo, la crisi passerà e noi avremo imparato la lezione».

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