2014

Verón: «Samp, un ricordo bellissimo. Mancini mi scelse personalmente»

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Juan Sebastián Verón ha smesso da qualche mese di giocare. Ma il calcio rimane una parte importante nella vita dell’ex calciatore. Da qualche giorno, l’argentino è presidente del club che per lui ha rappresentato tutto: l’Estudiantes di La Plata. Eppure, nella lunga intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport” accanto a un divertito Roberto Mancini, Verón ha avuto modo di ricordare il suo approdo alla Samp nell’estate del 1996 dal Boca Juniors. Rivolto al Mancio, l’argentino ha detto: «Hai sempre detto di avermi voluto tu alla Samp, vero?». Il Mancio risponde positivo.

IL PRESCELTO – Verón ricorda così quei tempi: «Da ragazzo mi svegliato presto domenica perché la tv argentina dava una partita della A. Era quasi sempre il Napoli di Maradona, ma ricordo di aver visto parecchie gare anche della Samp: c’era Cerezo, Lombardo che era già pelato, e poi Vialli e Mancini, Mancini e Vialli. Il telecronista ripeteva sempre quei due nomi. Così, quando al Boca mi dissero che la Samp mi aveva acquistato, sapevo dove stavo andando. Però l’emozione di incontrare Roberto…». I due ridono, poi l’argentino riprende il racconto rivolgendosi a Mancini: «Tu eri il capitano ed è una figura importante, che incute rispetto e un po’ di timore. Molti mi dissero: «Guarda che Roberto è come se fosse il presidente, ti ha scelto lui». Che emozione conoscerti».

AMORE E ODIO IN CAMPO – Tuttavia, non sono state sempre rose e fiori: «Mi insultava sempre. Se gliela passavo un centimetro lunga o corta, e sopratutto se non gliela passavo – ricorda Verón con il Mancio -. La legge della Samp era ferrea: ogni azione doveva transitare per il suo piede». Poi l’argentino si fa tutto serio: «Avevo 21 anni e fino a tre giorni prima vivevo con mamma e papà in un altro continente. Senza la protezione di un amico come Roberto, avrei corso dei rischi. Non tutti maturano in una settimana».

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