2015

Veron ricorda la Samp: «Sognavo l’Italia, Eriksson e Mancini mi aiutarono molto»

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La benda sotto il ginocchio sinistro, le movenze inconfondibili, una tecnica degna del miglior trequartista abbinata alla grinta del mediano: il giocatore che risponde a questa descrizione e che dal 1996 al 1998 deliziò i tifosi blucerchiati risponde al nome di Juan Sebastian Veron.

 

Arrivato in Italia per volere dell’allora tecnico blucerchiato Sven-Goran Eriksson, il centrocampista cresciuto nell’Estudiantes, nelle due stagioni vissute all’ombra della Lanterna, fece innamorare i tifosi doriani con le sue giocate. Il passaggio al Parma nella stagione 98/99 segnò poi l’inizio dell’ascesa verso grandi traguardi – con i ducali vinse Coppa Italia e Coppa Uefa -, ma La Brujita non ha dimenticato chi lo lanciò nel calcio europeo, e ai microfoni di LazioPress.it ha ricordato con affetto i due anni vissuti in maglia blucerchiata, ringraziando in particolare l’allenatore svedese che lo volle portare a Genova: «Con lui avevo un rapporto che andava oltre quello fra allenatore e giocatore. Fra noi c’era molta confidenza che si è consolidata con il tempo. Mi ha portato alla Samp, credendo in me. In quegli anni qualsiasi giocatore argentino sognava di approdare nel campionato italiano perché ci aveva giocato Maradona. Tutti i campioni giocavano in Serie A, un campionato dove incontravi grandi club come Inter, Milan e Juventus. Quando sono arrivato giovanissimo mi aiutarono molto sia Eriksson che Mancini».

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