2013

Vedi Napoli e poi muori, non stavolta

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Vedi Napoli e poi muori”. Dicono così, agli stranieri e ai turisti che passano per la città partenopea, unica nelle sue contraddizioni (Hamsik rapinato dopo il match) come nella sua impareggiabile bellezza. Film, discorsi e libri ha ispirato questo detto, ma non la Sampdoria di Delio Rossi (oggi del suo fedele e Fedele assistente Limone) che ha visto Napoli ma non è morta, anzi è cresciuta ulteriormente acquisendo una fiducia nei propri mezzi sempre maggiore.

Proprio la fiducia e il grande coraggio hanno permesso alla Sampdoria di mettere in campo tutto l’agonismo e la verve fisica che in ormai quasi tre stagioni i tifosi avevano invano preteso venendo smentiti da una realtà dei fatti che invece documentava una Samp piuttosto molle e malleabile. Oggi nessuno si è tirato indietro, nessuno ha evitato il contrasto: da Costa a Poli (entrambi fondamentali, forse i migliori tra i blucerchiati) la Samp ha lottato, come nei film di guerra americani, con la grinta dei vincenti e l’entusiastica convinzione di poter raggiungere l’obiettivo prefissato. Si trattava del pareggio, ma no, i blucerchiati di Delio Rossi non volevano arrivarci facendo catenaccio, come ingenerosamente e poco elegantemente ha sostenuto un paranoico Mazzarri nel post-match, bensì giocando un calcio rapido e veloce che esaltasse l’estro di Sansone e Icardi. A proposito, il lucano di Bella ha confermato i numeri fatti vedere a Genova, giocando una partita sontuosa fino al 65′, quando è stato sostituito da un confusionario ma pericoloso Eder. L’argentino di Rosario, che oggi affrontava una delle duemile squadre che, quotidiani alla mano, vorrebbero acquistarlo nella prossima estate, non ha giocato al meglio ed anzi ha sofferto molto la fisicità del match, eclissato da uno dei migliori Cannavaro mai visti.  

Insomma, il Napoli ha giocato la sua partita, intimorendo avversari ed arbitro come suo solito, impostando il match sulle spinte, sui calci e sugli sgambetti oltreché sull’irresistibile potenziale offensivo (ovviamente), ma la Sampdoria, benché non coadiuvata da un Doveri per la verità impacciato e timoroso, non ha avuto paura e anzi ha risposto a testa alta nella bolgia del San Paolo. L’esaltazione di questa squadra nei campi meno favorevoli e contro le squadre più forti del massimo campionato italiano, è diventato il leit motiv della stagione. Oggi però, complice la grande motivazione che spingeva gli azzurri di Mazzarri a cercare il trionfo, la Samp ha finalmente mostrato, oltre alle indiscusse e già sufficientemente celebrate abilità tecniche, anche un paio di notevoli attributi. Seriviranno, servono, per raggiungere il porto in cui Rossi e i suoi ragazzi condurranno la nave blucerchiata, quello tranquillo e appartato della salvezza. 
La strada è quella giusta, il cammino intrapreso è al bivio rappresentato dal match point che i blucerchiati avranno la prossima settimana contro il Chievo: vincere potrebbe porre un’ipoteca più che seria sulla salvezza. 

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