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Un girone con Montella: doveroso guardare avanti

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Il campionato non è ancora finito, anche se mancano poche partite, ma forse è arrivato il momento di tirare le somme con una certa cognizione di causa. Vincenzo Montella domenica ha compiuto il suo primo girone alla guida della Sampdoria, un girone con l’unica vera gioia della vittoria del derby a fronte di una serie lunghissima di dolori e qualche magra ma preziosissima consolazione. Venti partite tutte diverse tra loro ma che possono offrire diversi spunti di riflessione dai quali partire anche in funzione della prossima stagione, per fare sì che questo sciagurato anno – già alle ortiche di suo – non sia del tutto da cestinare e dimenticare.

Limitarsi ai freddi numeri sarebbe inutile e ingeneroso, ma da loro si può comunque partire. Quattro vittorie, cinque pareggi e undici sconfitte: numeri di base quasi imbarazzanti (una media punti di 0,85), specie per un allenatore del calibro del mister di Pomigliano d’Arco, con un curriculum di ben altro spessore: senza scomodare il tris di quarti posti infilati a Firenze, basterebbe pensare all’avventura catanese. Diciamolo chiaramente e ad alta voce: se Montella non godesse di un credito quasi infinito per tifosi e presidente, sarebbe già stato messo alla porta. Di fatto però l’operazione Montella sarebbe stata da vedere fin da subito come un investimento per il futuro più che per il presente. Difficilissimo per chi vuole esprimere in calcio di quel tipo, riuscire a farlo a stagione in corso e con interpreti inadatti.

Dei quattro trionfi, quattro gli elementi comuni: Viviano, Cassani, De Silvestri, Fernando. Le vittorie contro Palermo, Genoa, Verona e Frosinone sono le uniche gre nelle quali i tre ex viola e il brasiliano sono scesi in campo insieme dal primo minuto (menzione speciale per il derby, gara iniziata con De Silvestri titolare ma con Cassani che subentrando ha giocato più della metà della partita). Mettendo da parte per un momento Viviano, anche se è soprattutto grazie alle sue parate che la Sampdoria è rimasta a galla nei momenti peggiori, da sottolineare la stagione di Cassani, riscopertosi ottimo rincalzo nella difesa a 3: funzionale. E probabilmente è proprio perché si tratta del calciatore più falloso del campionato che la Sampdoria non può prescindere di un mastino come Fernando in mezzo al campo. Ironia della sorte, dopo anni di rimproveri alla mediana doriana ritenuta spesso troppo soft in quel senso. Senza contare che De Silvestri – che il mister già aveva cercato di convincere a vestire la maglia viola in passato – appena rientrato dall’infortunio, si è reso protagonista.

Grande punto interrogativo invece quello rappresentato da Pedro Pereira, brillante intuizione di Walter Zenga (bisogna dargliene merito) che con Montella non ha fatto altro che sedersi in panchina. Obiettivi diversi e richieste diverse da parte della società, più concentrata sul salvare la pelle che sul lancio dei giovani. Ma se quel ragazzo era stato valutato 10 milioni di euro dal Leicester forse così male non era, forse avrebbe potuto tranquillamente giocare al posto del generosissimo Ivan sulla fascia. 

Altro dato sul quale vale la pena soffermarsi sono le 25 reti fatte: 11 dopo la partenza di Eder, che però nelle 14 marcature precedenti ha messo lo zampino solamente in tre occasioni: Montella non soffre affatto la mancanza dell’oriundo anzi, se ancora qualcuno avesse avuto qualche dubbio ora anche quelli dei più scettici dovrebbero essersi dissolti. Anche perché in questo girone con Montella, sono stati 10, oltre all’ex numero 23, i giocatori a essere andati a rete, su un totale di 30 schierati.

Il presente, non c’è bisogno di sottolinearlo, è più grigio che mai. Ma le prospettive per il futuro, quelle sì che sono rosee: individuati gli uomini chiave da cui ripartire, con una preparazione estiva adeguata e un mercato su misura per Montella l’anno prossimo De Silvestri e compagni ci regaleranno un campionato di ben altro spessore. Ma per arrivare alla preparazione estiva bisogna passare necessariamente per 7 difficili ostacoli. Il primo di questi si chiama Udinese.

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