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2013

Un gesto vale più di mille parole

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Desta scalpore il gesto che Delio Rossi ha rivolto a Burdisso nel finale di Sampdoria – Roma, terminata 3-1 in favore dei blucerchiati. Il mondo del calcio s’indigna per il “dito medio” di troppo che ha procurato all’allenatore della Sampdoria l’espulsione e il conseguente abbandono del campo.

Ma facciamo un passo indietro e poniamoci una domanda: “Cosa provoca indignazione in un mondo così “marcio” come quello del calcio?”

Totti e De Rossi, noti per classe e fair play agonistico, respingono il gesto totalmente. il centrocampista commenta con queste parole l’episodio: «Una sceneggiata, le immagini sono chiare. Lui non ha neanche precedenti felicissimi. Non ci si può sempre nascondere dietro le cose di campo e uscire da paladini della giustizia con gli applausi della curva». Tu quoque De Rossi? Tu che nel derby Lazio – Roma tirasti un pugno in faccia a Mauri? Ma quello forse era agonismo sportivo o il pathos del derby?

Per non parlare di Totti, educanda numero uno, che colleziona episodi notevoli in ambito di scorrettezza: 2004 Europei, una vetrina notevole, Italia – Danimarca, sputò in faccia a Christian Poulsen; oppure quando diede il pugno in faccia a Ciccio Colonnese in Roma – Siena del 2005.

Qualcuno potrebbe dire: “Sono calciatori, quindi di per  sé ignoranti”. Niente di più sbagliato. Alessandro Del Piero in una carriera lunga e gratificante non ha mai fatto nulla di tutto questo. La verità è che ci sono giocatori che facilmente si lasciano andare a scorrettezze e altri che invece fanno del fair play una bandiera. E questo vale anche per gli allenatori.

Lecce – Cesena 2012, l’allenatore Beretta si rivolge ai tifosi salentini alzando il dito medio; dicembre 2012 Verona – Cittadella l’allenatore Mandorlini fa il gesto delle corna verso i tifosi del Cittadella. E l’elenco sarebbe ancora  molto lungo.
Gli allenatori dovrebbero dare il buon esempio, questo è vero, ma nel mondo del calcio a partire dalle partite dei pulcini le “scene” che si vedono da parte degli stessi genitori sono da condannare: 27 aprile 2011 Jesolo, finale di campionato giovanile tra Fidene e Langcraigs i papà di alcuni giocatori del Fidene causano l’interruzione della partita per minacce di morte all’arbitro e spintoni. Il buon esempio non parte dall’allenatore in questo caso, ma dal genitore.
Cosa si può trarre da un genitore che minaccia un arbitro, da un allenatore che fa il dito medio e da un giocatore che volontariamente e con il fine di far del male entra nella gambe ad un avversario? L’immagine di un mondo marcio fin dal midollo.

Nessuno vuole giustificare Delio Rossi che, come è giusto che sia, pagherà le conseguenze del suo gesto verso Burdisso. Nessuno vuole innalzarlo come un eroe della gradinata o un paladino della giustizia. Delio Rossi è un uomo e come tale sbaglia, ha sbagliato e probabilmente continuerà a sbagliare. Ma è anche un uomo che lavora in un mondo dove quel “gesto” insieme a molti altri non è una novità.

E’ ipocrisia indignarsi, condannare il gesto e poi a telecamere spente commentare: «Probabilmente fossi stato nei panni di Delio Rossi l’avrei fatto anche io».

Perché è vero che un gesto vale più di mille parole, ma anche il silenzio a volte è d’oro.

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