2014

Un capolavoro firmato Mihajlovic

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Sampdoria da urlo, da sogno, da incorniciare. Al Ferraris stona solo il terreno di gioco vergognoso, per il resto è tutta magia. La vittoria sulla Fiorentina profuma sempre di più d’Europa e riporta la memoria dei tifosi ai tempi d’oro. A Marassi o altrove i blucerchiati se la giocano con tutti, grandi e piccoli, e fin qui spesso e volentieri hanno pure la meglio. 

Meraviglie su meraviglie, emozioni plurifirmate dove i protagonisti sono tantissimi. Il più importante a mio avviso è ancora lui: Sinisa Mihajlovic, l’artefice di quello che è davvero un mezzo miracolo, non solo nell’ultimo atto di fronte all’amico Montella. Ma ci arriviamo alla fine, anche perché l’elenco è lungo ed è fatto di tanti nomi e cognomi.

Sergio Romero: rigore parato a Rodriguez, da lì la gara del capitano viola si complica psicologicamente ed è questo l’ulteriore valore aggiunto della parata di “Sergione Mundial”. In mezzo c’è tanto, tanto altro.

Angelo Palombo: di nuovo capitano, di nuovo rigorista, di nuovo difensore. Di nuovo totale.

Pedro Obiang: tornato lui, randellatore e geometra. Bravo Pedro, bravo il mister a rilanciarlo dandogli continuità e responsabilità (toh, il mister, anche in questo caso).

Luca Rizzo: titolare e spregiudicato, talentuoso e volto al sacrificio, pure goleador.

Martins Eder: primo gol in campionato e impatto decisivo sulla gara partendo dalla panchina. 

Stefano Okaka: che dire? Conte a questo punto non può più ignorarlo in chiave Nazionale.

Infine lui, Sinisa Mihajlovic. Dolcetti ai tifosi e scherzetti all’amico Montella, per stare in tema Halloween. A partire dall’undici che il serbo schiera all’inizio: 3-5-2 tutto d’azzardo, col solo Regini unico difensore centrale di ruolo. Risultato? Sampdoria compatta e col sangue agli occhi, Cuadrado anestetizzato proprio dall’inedita disposizione tattica blucerchiata, ripartenze letali e una consapevolezza generale che cresce di giorno in giorno. Un gruppo con la “G” maiuscola, che i punti in classifica li merita uno ad uno e si potrebbe pure star lì a fare a pugni con la buona sorte, venuta meno soprattutto nell’infrasettimanale contro l’Inter.

Un autentico capolavoro insomma, una favola in cui ora darsi degli obiettivi diventa davvero difficile. Perché non guardare altissimo? Domanda lecita, da accantonare però per scaramanzia e per evitare pressioni eccessive. Ma la domanda è lecita e ci sta tutta, sarebbe sbagliato non ricordarselo giorno dopo giorno.

Sabato arriva il Milan. Giocatela Sampdoria, giocatela. E goditela. 

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