Un anno di Sinisa, quante cose son cambiate…

Un anno fa in questi minuti era tutto pronto per la conferenza di presentazione di Sinisa Mihajlovic come nuovo allenatore della Sampdoria, un cambio di allenatore quasi scontato dopo il pessimo avvio di campionato della scorsa stagione con Delio Rossi, un ambiente completamente diverso a quello che c’è adesso. L’arrivo di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Doria però non ha cambiato solo l’andamento della squadra, ha cambiato la storia recente della Sampdoria, e non solo.

Un anno fa i due attuali portieri della Sampdoria erano all’estero, uno in gita a Londra come terzo portiere all’Arsenal, l’altro nel Principato di Monaco a fare più o meno la stessa cosa, con la differenza che qualche presenza qua e là l’ha collezionata. Un anno dopo Emiliano Viviano nelle sue 6 apparizioni è stato uno dei migliori portieri in Italia per rendimento e gol subiti, l’altro di gol ne ha presi ma ne anche salvati con interventi pazzeschi, fregiandosi nel frattempo del titolo di vice campione del Mondo perso solo a due minuti dalla lotteria dei calci di rigore, dove con l’Olanda aveva già mostrato di saperci fare.

Un anno fa si giocava con la difesa a 3 e ogni partita era una sofferenza, un anno dopo la difesa a 4 di Mihajlovic ha tra i suoi membri un giocatore da Nazionale, un capitano esperto che guida la retroguardia con sapienza, un giovane che a 19 anni meriterebbe già il passaggio nella Nazionale maggiore e un terzino sinistro in rampa di lancio per potersi ritagliare uno spazio importante nella prossima generazione azzurra. Oltre a loro, ora ci sono delle signore riserve, come Matias Silvestre che un anno fa era al Milan a fare da comparsa in prestito dall’Inter e anche lui nelle sue apparizioni in blucerchiato ha mostrato di essere una garanzia, o Cacciatore, passato alla cronaca per i suoi esilaranti balletti dopo i gol all’Hellas ma che in blucerchiato è tornato e ha mostrato di poterci stare, anche fuori ruolo, a fare la sua parte. Senza dimenticare anche Djamel Mesbah che un anno fa era a Parma da riserva e ora annulla avversari come Juan Cuadrado. Nel frattempo dalla Samp è partito da Campione del Mondo Shkodran Mustafi, direzione Valencia, dove si sta togliendo parecchie soddisfazioni e non dimentica mai di ringraziare la Samp per dov’è arrivato.

Un anno fa Angelo Palombo giocava difensore centrale, ora è tornato da mediano al centro del campo a mordere le caviglie a tutti. Un anno fa giocatori come Pedro Obiang venivano reputati non così validi come invece sono, Roberto Soriano per tanti avrebbe dovuto fare le valigie e partire il più lontano possibile da Genova per non giocare mai più con la maglia della Sampdoria, e ora Obiang è maturato, ha passato i suoi momenti difficili ed è tornato con prepotenza ad essere un ottimo centrocampista, mentre Soriano ha fatto il suo debutto in Nazionale e ha iniziato a mostrare il suo immane talento in mezzo al campo. 

Un anno fa l’attacco della Sampdoria girava poco, il talento c’era, Gabbiadini ed Eder erano già qui, ma non rendevano come hanno reso in questi 12 mesi: da esterni si sono reinventati e sono diventati letali. Poi il capolavoro di Sinisa Mihajlovic: un anno fa il centravanti della Sampdoria attuale era la quinta punta al Parma, reputato finito da tanti ad appena 24 anni, un ciccione che faceva panchina a La Spezia, cosa mai vorrà fare alla Samp… Ora Stefano Okaka è uno dei centravanti più ambiti del campionato italiano, ha segnato il suo gol all’esordio in Nazionale e in campionato è assolutamente incontenibile: fisicamente domina su chiunque, va via in velocità, fornisce assist ai compagni, si sacrifica in pressing e copertura, semplicemente completo.

Un anno fa il Presidente era Edoardo Garrone, a lui il merito di affidare la Samp a Sinisa Mihajlovic. Ora il Presidente è il vulcanico Massimo Ferrero, che oltre ad aver stravolto l’ambiente blucerchiato dal punto di vista della comunicazione, ha confermato Sinisa come burattinaio di questo spettacolo, uno spettacolo chiamato Sampdoria.