Ultras Tito: «Tessera del Tifoso schedatura poliziesca, ha allontanato un milione di tifosi dagli stadi» - Samp News 24
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2013

Ultras Tito: «Tessera del Tifoso schedatura poliziesca, ha allontanato un milione di tifosi dagli stadi»

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Tessera del Tifoso e problematiche relative al mondo della tifoseria organizzata: questo l’argomento del dibattito aperto promosso dagli Ultras Tito Cucchiaroni, andato in scena questa mattina nel Palazzo della Regione Liguria di via Fieschi 15.

Alla tavola rotonda – alla quale SampNews24.com era presente – hanno partecipato esponenti del mondo della politica e delle istituzioni, tra cui Lara Comi (europarlamentare), Angelo Vaccarezza (presidente della provincia di Savona), Mario Tullo, Maurizio Rossi e Vito Crimi (parlamentari), oltre ad Enzo Tirotta (storico capo della tifoseria organizzata blucerchiata).

Tessera del Tifoso. Come è nato il provvedimento più discusso nell’ultimo decennio dalle tifoserie di tutta Italia? Gli Ultras Tito tengono a mettere in luce l’assurdità dell’art 9 della legge istitutiva della Tdt, considerato il vero caposaldo della protesta: «Nonostante fosse stata descritta dallo stesso Osservatorio delle Manifestazioni Sportive come uno “strumento nuovo delle società sportive che serve a valorizzare il rapporto trasparente e aperto con i propri tifosi” – sostengono gli Utc nel plico informativo distribuito alla stampa – sin dall’inizio fu chiaro che la Tessera del Tifoso sarebbe diventata una forma di schedatura obbligatoria, che si aggiunge al biglietto nominativo già in vigore dal 2008. In particolare, l’art 9 della legge n°41 del 4/4/2007 stabilisce tutt’oggi che: “E’fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive”. L’art 9, dunque, vieta la sottoscrizione della Tessera del Tifoso ai coloro i quali sono stati condannati per reati da stadio anche con sentenza non definitiva fino al completamento dei 5 anni successivi alla condanna medesima, né ad individui attualmente sottoposti a Daspo per tutta la durata del provvedimento stesso. In altre parole, un condannato in primo grado, una volta scontata la pena, anche volendo non potrà sottoscrivere la Tessera del Tifoso: verrà bandito dallo stadio a vita».

Opposizione. Non solo buona parte delle curve italiane si è schierata contro la misura promossa nel 2009 dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni. «La Tessera del tifoso è un fatto italiano – ha detto il presidente Platini Personalmente non mi piace. L’Uefa non fa schedature». «Sono contrario alla Tessera perchè non mi piacciono le schedature», giudizio del centrocampista della Roma Daniele De Rossi. Il presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi ha così commentato: «Essere innamorati del pallone, tra steward e divieti, è eroico: ci proibiscono di portare gli ombrelli e gli stadi sono scoperti». Nel novembre 2011, anche la giustizia (amministrativa) esprime il suo dissenso: il Consiglio di Stato ha infatti definito la Tdt «illegittima perchè può rappresentare una pratica commerciale scorretta». Inoltre la tifoseria organizzata del Milan – da sempre a favore della tessera – ha presentato una proposta di modifica dell’articolo 9 della legge n°41 del 4/4/2007». alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, organismo sovranazionale di tutela dei diritti fondamentali le cui pronunce giurisdizionali sono vincolanti per l’Italia.

Danni. «Gli stadi rimangono vuoti – proseguono gli Utc – i settori ospiti deserti, le società di calcio passive dinnanzi ai dettami del Ministero dell’Interno e dell’Osservatorio, mentre si continua a guardare all’estero, agli stadi stracolmi di tifosi in Inghilterra, Spagna e Germania. In quattro anni gli stadi italiani hanno perso un milione di spettatori (la percentuale di riempimento degli impianti è pari al 39%). Meno gente uguale meno episodi di violenza, l’equazione è molto semplice. Un po’ come vietare di circolare in auto e vantarsi di aver azzerato il numero degli incidenti stradali. In Italia gli stadi sono più vuoti rispetto a Inghilterra, Germania e Spagna nonostante il prezzo medio del biglietto sia più basso rispetto a queste tre realtà. L’emergenza violenza, scattata nel 2007, sembra essere terminata. Rimane però un notevole problema: gli italiani non vanno più allo stadio. La questione è sotto gli occhi di tutti ed il danno economico è tangibile: il prodotto calcio perde accessibilità, fascino ed, in sostanza, valore. E’stata eretta una muraglia tra il tifoso e la sua passione: basta tamburi, striscioni, coreografie, basta gruppi organizzati, stop alla vendita dei biglietti. In cambio sono arrivati tornelli, modulistica da compilare, autorizzazioni da ottenere, carta di credito obbligatoria sotto forma di tessera».

Soluzioni. «La Tessera del Tifoso è a tutti gli effetti uno strumento di polizia su una base incostituzionale, incapace di rendere il tifoso più fedele alla propria squadra tantomeno di riportare i supporter negli stadi. “La bacchetta magica” non è rappresentata dalla costruzione di uno stadio moderno, anche se farebbe comodo. Credere che creare un confortevole teatro basti a ripopolare le curve è un errore, l’ennesimo errore che ci si ritorcerà contro nel momento in cui quegli stessi teatrir rimarranno ancora una volta vuoti. La violenza per essere battuta non ha bisogno dell’articolo 9 ma di progetti seri, condivisi da tutte le parti in causa, compresi gli Ultras. Proponiamo che la Tessera del Tifoso sia effettivamente uno strumento di fidelizzazione e pertanto facoltativa, così che sia possibile anche a chi non desidera sottoscriverla accedere liberamente agli stadi sia per incontri in casa che in trasferta. In subordine chiediamo la modifica dell’attuale art 9 della legge n°41 del 4/4/2007».

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