2014
Tre note liete e un po’ di amaro in bocca
Mi immagino una scena: Sinisa Mihajlovic che, davanti a due dita di Rakija, legge la classifica della Serie A e si arrabbia facendo un’espressione simile a quella rivolta al quarto uomo in Sampdoria-Fiorentina. Ne avrebbe tutte le ragioni, considerando che il miraggio Europa League di cui si parlava qualche settimana fa avrebbe potuto benissimo diventare un obiettivo tangibile se non alla portata, visti gli ultimi risultati delle dirette concorrenti. Se al posto delle ultime tre sconfitte la Sampdoria avesse ottenuto tre vittorie, sarebbe a un punto dal Milan e dal Parma, ovvero dall’ultima piazza utile per accedere all’Europa League. Vincere le ultime tre non sarebbe stato esattamente uno scherzo, ma in generale con un po’ di attenzione e concentrazione in più, queste partite avrebbero potuto proiettarci verso discorsi diversi dall’ormai trito ‘abbiamo perso ma tanto il nostro campionato è finito‘. E invece prima le distrazioni con la Lazio, poi la storia di Icardi e infine il match di ieri, giocato con due soli titolari e per questo poco recriminabile.
Se è vero che la classifica dovrebbe farci incazzare, stesso non si può dire della partita di Catania. O meglio, abbiamo visto molte cose non belle, come l’adattamento di Fornasier da terzino destro, la lentezza di Salamon o l’inconcludenza di Bjarnason. Ma anche cose decisamente belle. Penso a Sansone, che ha colpito l’ennesimo palo della sua stagione e che sta facendo capire in tutti i modi di essere un giocatore di livello, una base importante da cui ripartire. Penso a Okaka, che per tutto il match ha catalizzato critiche e ispirato imprecazioni (dal sottoscritto in primis), risultando alternativamente troppo lento, troppo egoista, troppo arruffone, salvo rifarsi alla grande con quel goal che tutti abbiamo visto. Mi ha ricordato vagamente la rete di Bale contro il Barcellona, ma mentre in quel caso il goal derivava per un buon 90% dalle capacità fisiche del gallese, in questa circostanza Okaka ha costruito il suo capolavoro anche grazie a un tocco di palla non da poco – il secondo dribbling è da applausi. E sì, i tifosi hanno ragione quando dicono che l’avesse fatto Balotelli un goal del genere se ne sarebbe parlato per settimane.
Penso, infine, a Fiorillo. Per sicurezza, precisione e compostezza nei fondamentali, è parso non solo nettamente superiore a Da Costa ma anche un portiere che, previa tanta esperienza, può ambire a livelli molto alti. Tant’è che vedendolo in occasione delle miracolose parate su Bergessio, pensavo a quanto potrà rivelarsi profittevole valorizzarlo, prima di realizzare che abbiamo già ceduto metà del suo cartellino, regalandola di fatto alla Juventus. Nonostante questo, Fiorillo pare comunque destinato a fare le fortune della nostra squadra e mi auguro le faccia già dall’anno prossimo, da titolare.