Hanno Detto
Tonelli: «Lukaku, ce la giochiamo. Rinnovo Ranieri? La penso così»
Lorenzo Tonelli, difensore della Sampdoria, si è raccontato in una lunga intervista al Secolo XIX: le sue dichiarazioni
Lorenzo Tonelli, difensore della Sampdoria, ha fatto il punto della situazione ai microfoni de Il Secolo XIX. Il suo parere sul rinnovo di Claudio Ranieri, sul match contro l’Inter e sui compagni di squadra.
NIENTE FIORENTINA – «Sono cresciuto a Firenze con un nonno e uno zio sfegatati per la Viola ma quando mi proponevano di andare allo stadio io rispondevo sempre di no, preferivo andare al campetto a giocare piuttosto che guardare altri farlo».
PANCHINA – «Ormai alla mia età ho imparato che c’è tempo per tutto. Il mister tenendoci tutti sulla corda ti fa stare più sul pezzo, è uno stimolo, il suo. E comunque ha dimostrato di saper buttare nella mischia al momento giusto chi sta meglio, a prescindere dal nome. È un pregio».
TIFOSI – «Senza tifosi trovo sempre difficile esaltarsi, di un gesto tecnico in campo ti esaltavi per il rimando di frastuono che ti arrivava dagli spalti, che fosse gioia o rabbia. Senza tifosi è un calcio apatico, forse giocare è pure più facile ma a me non piace, io mi carico col pubblico, specie quello contro».
PROLUNGAMENTO – «L’ho già detto, ho fatto anche qualche battuta diretta al presidente, ora vediamo se mi risponde (ride). Non voglio diventare troppo petulante».
COLLEY COME KOULIBALY – «Con tutto il rispetto per Omar, perché il paragone con Koulibaly regga deve fare anche lui lo step di confermarsi ai livelli di Koulibaly, mi riferisco a una piazza come Napoli dove giochi per il vertice e anche in Europa. Di sicuro Colley ha le potenzialità: uno strapotere fisico che è palese, tecnicamente è un buon giocatore, se cresce nella concentrazione come sta già facendo molto quest’anno, se ne può parlare».
RINNOVO RANIERI – «Non sono presidente. Da giocatore certamente dico di sì: con lui ci siamo trovati bene tutti, è una persona che riesce a darti una tranquillità assoluta, lì per lì uno può pensare “non siamo troppo calmi?”, io ho avuto allenatori che quasi la mettevano sulla rissa per spronarti. Lui esige la stessa intensità ma trasmettendo serenità. Mi sono accorto che è un’arma vincente. Secondo me Ranieri ha pi ù segreti di quello che possiamo pensare».
MOURINHO – «Io vado controcorrente: io non sono per i nomi, amo un allenatore che porta risultati, non solo vittorie e trofei, con un modo di pensare calcio che trasmette alla squadra. Mi dispiace per Sarri, dentro di me ho pensato che la Roma potesse essere la piazza giusta per lui. Non come a Torino dovera più difficile entrare nella testa dei giocatori. Vedremo Mou».
GOL REALIZZATO– «Senza pubblico ha perso il 50% del suo valore per i motivi che dicevo prima. E non è stato il gol vittoria…».
LUKAKU-LAUTARO – «Lukaku tocca a chi gioca centrale di sinistra, meno male. Se gioco io a destra mi prendo il piccoletto, molto meglio. È sempre bello cercare di confrontarsi con giocatori pi ù forti. Poi, come disse il mio vecchio ds Pino Vitale a Francesco Pratali ai tempi dell’Empoli quando doveva marcare Ronaldo il Fenomeno, io non ho mai visto un giocatore in bocca a un altro. Nessuno mangia nessuno, te la giochi sempre con tutti uno contro uno».
SCHERZI – «Sono molto meno matto. Ora sono papà, ho moglie, e ho passato i trenta. A Empoli con Sarri vivevamo l’esaltazione del momento e il magazziniere Riccardo Nacci era la mia fonte di ispirazione, sempre vittima dei miei scherzi. Sarri mi guardava sconsolato e diceva ogni volta: “Lore, sei un demente!”. Ora sarò meno demente ma mi manca».
THORSBY – «Lo pizzichiamo sempre, dai capelli all’abbigliamento. Lui è furbo e quando non vuole cadere in trappola finge di non capire l’italiano».