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Tissone: «Alla Sampdoria un’esperienza fantastica. Il momento attuale? Ecco cosa serve»

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Fernando Tissone, ex centrocampista della Sampdoria, ha parlato della sua esperienza in blucerchiato e dell’attuale momento della squadra

Intervistato da pianetaserieb.it Fernando Tissone, ex centrocampista che ha militato nella Sampdoria dal 2009 al 2011 e poi nella stagione 2012/13 (collezionando 70 presenze e 1 gol), ha ricordato il periodo passato in blucerchiato, soffermandosi poi sulla situazione attuale del club, fermo al 15° posto in Serie B. Queste le sue parole:

RICORDI – «Giocare per la Sampdoria è stata un’esperienza fantastica. Parliamo di un club storico, che ha vinto uno Scudetto e giocato in Europa per tanti anni. Alla mia prima stagione lì raggiungemmo la qualificazione in Champions League, un traguardo magnifico, avevo cent rato la massima competizione europea già con l’Udinese, ma considero quella con la Doria come la vera prima volta, perché con i friulani giocai appena due partite nell’annata in questione (2004-2005). Con la Samp la musica era diversa, mi sentivo parte integrante di un grande gruppo, talentuoso e compatto. C’era un allenatore che stava facendo molto bene come Delneri, oltre a giocatori della caratura di Cassano, Pazzini, Palombo e tanti altri. In quell’annata mi sono tolto davvero tante soddisfazioni.»

MOMENTO ATTUALE – «Seguo le vicissitudini della Samp. È un momento molto difficile, che probabilmente parte dai problemi societari della scorsa stagione e dal conseguente strascico. Tutto ciò porta insicurezza nell’ambiente e nei calciatori, ed è una fattispecie che, secondo me, le parti coinvolte non sono riuscite a cambiare. Servono risultati, magari un bel filotto di vittorie consecutive, ma in assenza di questi le cose resteranno difficili, perché la cosa più importante nel calcio è la mentalità, che deriva da un mix di risultati, appunto, e serenità. Al momento credo che sia questo che manchi alla squadra, perché il gruppo c’è, gli allenatori che si sono visti in panchina sono comunque bravi, e la tifoseria è tra le migliori in Italia, dunque non è una questione di questa o quella mancanza, ma senza continuità ci si sente, e probabilmente ci si trova, sempre in bilico»

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