2013

Tirotta invoca una “squadra” di avvocati: «Smantelliamo questo castello di…»

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La tessera del tifoso ha colpito ancora, o meglio la giustizia ha colpito ancora, duramente e in questa occasione ingiustamente. I numeri parlano chiaro 93 tifosi blucerchiati puniti con il DASPO, 93 tifosi che non potranno entrare in un impianto sportivo per due o tre anni. 

In questo caso il provvedimento sembra da un lato vessatorio e dall’altro assurdo: non ci sono stati scontri, non c’è stata violenza. Questi i fatti e non sono in discussione. Il resto sono solo chiacchiere, da bar, prive di qualsiasi fondamento. Vogliono far passare 93 ragazzi da delinquenti quando null’altro hanno fatto che aspettare di sapere se potevano entrare allo stadio o meno. Non c’erano atteggiamenti minacciosi, spranghe o bastoni e quelli che vogliono far passare le aste delle bandiere per armi dovrebbero interrogarsi su quello che a volte entra sul serio negli stadi italiani.

A intervenire sulla questione, duramente, civilmente ma soprattutto con competenza e lucidità è Enzo Tirotta. A Livorno lui c’era, con i suoi figli e con i suoi occhi ha visto quei “pericolosi delinquenti colpiti dal DASPO”. Le virgolette sono d’obbligo e anche il voluto sarcasmo, in quanto quei 93 tifosi hanno tenuto un atteggiamento esemplare come afferma Tirotta nella sua pagina Facebook.

«A Livorno arriviamo, in pullman, con i nostri figli più o meno piccoli (i miei hanno 9 e 12 anni) e ci avviamo a piedi verso la zona filtraggio. Quando dico arriviamo non parlo di pericolosissimi hooligans armati ma di un gruppo eterogeneo di ex ragazzi e ragazze armati di una voglia matta di restare in serie A. Durante l’avvicinarsi alla zona degli ingressi iniziamo a vedere i ragazzi girovagare o seduti sui marciapiedi come fossero in attesa di qualcosa; in effetti erano in attesa, come dettomi dai funzionari della ps, della risposta dal ministero se potessero o meno avere diritto all’ingresso con la tessera voucher ed il biglietto. Un’attesa che è trascorsa tranquillamente, con i miei figli (e non solo i miei) che ridevano e scherzavano con i ragazzi e le ragazze».

E se questo non bastasse anche le altre manifestazioni contro la Tessera del Tifoso sono sempre state effettuate nel massimo della lucidità, quindi non solo a Livorno il comportamento è stato esemplare ma anche in altri frangenti si è dimostrata intelligenza. «La Tessera del Tifoso ha trovato nei ragazzi della sud i più strenui oppositori. la battaglia che hanno intrapreso contro questa stupida istituzione è ormai datata al giorno d’istituzione di questa idiozia burocratica e non sempre mi sono trovato a condividere le forme di protesta attuate. Ma c’è un fatto, che va riconosciuto da tutti i sampdoriani ed anche dagli osservatori esterni: in questi anni tutte le forme di protesta dei ragazzi sono state attuate senza creare incidenti, sempre in modi ortodossi, con argomentazioni e modi che certamente non hanno creato problemi a terzi, anzi, come dimostra la vicenda di livorno, tutte le forme di protesta sono state attuate con modi che al massimo potevano arrecare danno a se stessi ma mai agli altri tifosi».

E infine altro passaggio significativo del post su Facebbok è quello che chiama a raccolta i legali blucerchiati ad invadere Livorno e a far giustizia laddove giustizia non c’è stata. «I ragazzi a livorno, e quando dico ragazzi dico tutti, sono stati esemplari. Non c’erano bastoni, non c’erano bombe carta, non c’è stata turbativa d’ordine, non c’è stato atteggiamento minaccioso, tutte bugie a supporto di un provvedimento ingiusto. Meglio tante bugie, sarà più semplice confutarle. Ora è però il momento di creare una squadra, serve una squadra di fuoriclasse, sampdoriani, avvocati, che si rendano disponibili a smantellare questo castello di cazzate, di restituire alla sud questi 93 ragazzi. Ora è il momento di utilizzare al meglio il passaparola elettronico, le mail, face book, twitter e quel che volete. Deve arrivare a livorno un esercito di avvocati cazzuti ed incazzati disposti a lavorare per riparare ad un torto. Non è certo questo il momento di nascondersi, fuori i civilisti disposti a lavorare a questo caso, e si mettano in contatto con i gruppi della sud al più presto, qualsiasi gruppo perché nessuno è rimasto escluso da questo provvedimento (l’unico momento di democrazia in questa farsa)».

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