2014
SXIX – Osti e il mercato: «C’è stato un cambio di mentalità. Romero…»
Finito il lungo lavoro estivo, Carlo Osti può fare un primo bilancio dell’avventura nel calciomercato. Il d.s. blucerchiato sembra soddisfatto, ma parte da ciò che gli ha detto il presidente Ferrero alla fine della sessione: «Mi ha detto di andare un po’ in vacanza, insieme a mia moglie. Ma io non ci vado: è iniziato il campionato». Un mercato…: «...difficile come sempre, basato su molti prestiti con diritto di riscatto, essendo morte le comproprietà. E anche meno affollato. Negli ultimi giorni di solito c’era una tonnna di dirigenti e procuratori, stavolta molti meno. Per il resto il calciomercato segue le stesse dinamiche di frutta e verdura. Io sono nato a Vittorio Veneto, paese di mezza collina dove siamo abituati ad alzarci presto. E al mercato trovi sempre le cose più fresche rispetto a chi abita a Mestre, che ci va alle 11…».
MIGLIORAMENTI – Forse è nata una Samp più forte dopo questo mercato: «Noi crediamo di sì, anche se ovviamente come sempre sarà poi il campo a dare la risposta. E’ stato fatto un mercato in piena sintonia con l’allenatore, che voglio ringraziare. Con Mihajlovic si lavora alla grande, perché ti dice subito l’impostazione tattica, quest’anno il 4-3-3, sulla quale basarsi – afferma il dirigente blucerchiato ai microfoni de “Il Secolo XIX” -. Pensiamo – il presidente, Pecini, Romei e io – di aver costruito una squadra più forte di aver dato al nostro allenatore un numero maggiore di alternative».
TANTE USCITE – Nel frattempo, Carlo Osti si è trasformato in un “tagliatore di teste”: «Beh, non è un mistero che la mia Samp – sono al terzo campionato da d.s. – è sempre stata piena di giocatori. E in questo momento storico del calcio italiano, l’avere tanti contratti rappresenta un handicap. In poco tempo sono cambiate le strategie. Ma questo vale per tutti, non solo per noi. Questo è l’indirizzo per il futuro. Un anno fa la Sampdoria aveva 79 contratti, adesso sono meno di cinquanta (48, ndr) e parecchi sono dei Primavera. E la rosa della prima squadra è formata da 26 elementi, il giusto punto di equilibrio per noi».
DILEMMA PORTIERE – Tra i 26 ci sarà anche Sergio Romero, che non ha trovato una nuova sistemazione: «Sì. Penso che tutti quanti dopo il Mondiale che ha disputato con l’Argentina fossero convinti che avrebbe trovato una sistemazione con facilità. E invece no. Un’altra dimostrazione di come sia cambiato il calcio di oggi: non ci sono più le risorse di prima e anche le grandi squadre sono diventate attente nelle spese». Si pensava che l’arrivo di Viviano avrebbe coinciso con l’addio di Romero: «Sì. Però Sergio è qui, è uno dei nostri tre portieri, ruolo in cui siamo ben coperti. Poi sarà Mihajlovic a scegliere, tenendo presente che la scelta di Viviano è stata fortemente voluta e condivisa da tutti noi».
LINEA DIRETTA CON IL PRESIDENTE – Molti i contatti con il presidente Ferrero durante il mercato: «E’ stato un presidente molto presente, che ha trasmesso entusiasmo. Sicuramente un personaggio unico nel suo genere nel mondo del calcio». Tanti nomi accostati alla Samp durante l’ultimo mercato, forse anche conseguenza del cambio di proprietà: «Oltre a essere un imprenditore entusiasta, Ferrero è ambizioso. Lui mi ha dato subito un imput, di non mettere limiti alla mia voglia di costruire qualcosa e di portare alla sua attenzione ogni tipo di situazione, anche quella più complicata. Di non avere limiti, nemmeno economici. E’ stato un grosso cambio di mentalità rispetto al passato».
OBIETTIVI E CASSANO – Continua il d.s. del Doria: «La maggior parte dei nomi che sono usciti sono stati oggetto di trattative. Poi magari non sono venuti, ma io penso che una delle logiche giuste del mercato sia l’avere più obiettivi. Se uno non viene, se ne cerca uno migliore. Chi non è venuto non aveva quindi la volontà di vestire questa maglia. Quindi è stato meglio così». Con il Parma si è parlato anche di Cassano: «Posso solo dire che Cassano è uno di quei giocatori che verrà sempre accostato alla Samp finché sarà in campo. La Samp è una società che per lui, anche per motivi familiari, rappresenterà sempre la miglior soluzione possibile».
MUSTAFI, CESSIONE NECESSARIA – Infine, la chiusura è sulla cessione di Mustafi al Valencia. Osti spiega la situazione del neo-campione del Mondo: «La sua cessione andava fatta. Innanzitutto perché la proposta del Valencia era irrifiutabile e poi anhce perché, se fosse rimasto, sarebbe iniziata una complicata trattativa di rinnovo contrattuale. E grazie anche alla sua cessione questo mercato si è chiuso in attivo, con il segno più. Però non abbiamo ceduto nessun altro: per Obiang, Okaka, Eder, Gabbiadini e Rizzo abbiamo avuto tante richieste. E sono ancora qui: è un segnale importante».