2014
SXIX – Mesbah, parla Campilongo: «Con me è diventato un giocatore vero»
Djamel Mesbah è arrivato da poco alla Sampdoria, ma indubbiamente il suo curriculum è di tutto rispetto da quando è arrivato in Italia: Avellino, Lecce, poi il Milan, il Parma e infine l’arrivo a Genova, sponda blucerchiata. Chi ha contribuito alla sua crescita è Salvatore Campilongo, che lo portò in Italia nel 2008 e lo trasformò in un terzino: «Con me Djamel è diventato giocatore vero. Era un esterno offensivo, ma l’ho messo in difesa sempre sulla sinistra. Dopo due anni ha esordito nell’Algeria, ha partecipato al Mondiale e poi è arrivato al Milan. Insomma, un’operazione alla Zambrotta».
Gli inizi di Mesbah ad Avellino non furono comunque facili: «All’esordio con il Mantova lo schiero esterno alto ma dopo un quarto d’ora si stira il flessore. E quando guarisce gli dico: “Proviamo a farti giocare più dietro, andrai meglio”. Lui accetta e si mette al lavoro. Diagonali, fase di non possesso, tutte cose che Djamel non aveva mai fatto, ma lui si impegna e apprende presto – racconta Campilongo a “Il Secolo XIX” -. Da ala gli mancava un po’ l’uno contro uno. Lui invece ha una grande gamba che sfrutta meglio partendo da dietro, come esterno in una difesa a quattro o come quinto di sinistra in un 3-5-2».
Non solo doti tattiche, ma anche atletiche e tanta disciplina: «Mi ha sempre impressionato la sua naturalezza nella corsa. Gioca con intensità, ha un buon mancino. E’ bravo negli inserimenti e quando arriva sul fondo crossa bene. Sa coprire con facilità 50-60 metri di campo. Spinge avanti e un attimo dopo è dietro a chiudere. Ce ne sono pochi così. In fase difensiva è migliorato è intelligente, gran lavoratore, non molla mai e se qualcosa non gli riesce si incazza». Chiusura con un complimento alla Samp: «E’ un algerino europeo. La Samp ha trovato un professionista straordinario».