2014
SXIX – Invernizzi, Como e la gioventù: «Grande vivaio. La Samp…»
Sampdoria-Como è la sfida dei ricordi per Giovanni Invernizzi. Allora la società lombarda sfornava giocatori come Stefano Borgonovo e si salvava facendo giocare i ragazzi del proprio vivaio. Tra di essi, c’era anche Invernizzi, uno degli ultimi prodotti della cantera del Como. Nel 1989, il centrocampista lascia la sua casa e passa alla Samp, dove vive l’epopea d’oro dei blucerchiati. Ieri ha compiuto 51 anni, ma ora Invernizzi guarda a questa gara con curiosità: «Il Como mi ha cresciuto e la Samp mi ha consacrato con grandi campioni. Ormai vivo a Genova e mi sento genovese, ma a Como ci sono i genitori, i vecchi amici: il legame è forte. Da giocatore non avevo mai sfidato il Como. Ritrovarlo mi fa piacere».
COMO E I RICORDI – Nel Como che ha battuto la Samp nel 1986, c’era anche Invernizzi: «Era il vecchio Ferraris. Stadio strapieno, uno spettacolo. La Samp ci prende a pallonate, ma reggiamo. Poi parto in contropiede da centrocampo, arrivo al limite e servo Todesco per il gol della vittoria». C’è forse un segreto per raccontare quel Como: «Il settore giovanile che sfornava ogni anno calciatori da prima squadra. Ci formavano moralmente e calcisticamente: non è un caso che tanti di noi lavorino con i giovani. C’erano riferimenti come Centi, Corneliusson e il povero Borgonovo. Con Stefano siamo cresciuti insieme, abbiamo condiviso un sogno, partite, spogliatoi, cose che ti legano per la vita. E la vita a volte ti fa brutte sorprese».
CAMPIONI COMASCHI – Da Como sono passati anche tanti giocatori di buon livello. Come Hansi Muller, di cui Beccalossi diceva cose pessime dal punto di vista tecnico. Ma Invernizzi non concorda: «Era un campione di grande professionalità. A Como fu condizionato dalla pubalgia. Ero agli esordi, solo a parlarci mi emozionavo». Dirceu: «Anche lui, poverino, non c’è più. Era un grandissimo, estroverso e coinvolgente. Ha lasciato il segno». Su Borghi: «Arrivò in prestito dal Milan. Il giovedì non te la faceva vedere. Aveva qualità tecniche che non ho quasi più visto, ma poi la domenica soffriva le marcature a uomo». Invece Invernizzi si ricorda così da giocatore: «L’esordio in A, a 18 anni, a Cagliari. Perdemmo 2-0, ma capii che ce la potevo fare. Con la Samp ricordo senza dubbio lo scudetto».
IL PASSAGGIO ALLA SAMP E IL VIVAIO – Il trasferimento in blucerchiato arrivò nel 1989: «Il Como finì in B, ma io avevo fatto bene. Mi volevano due club minori, poi mi dicono della Samp… quasi non ci credevo e invece era vero. Così iniziò la mia favola blucerchiata». L’idea del Como di puntare sul vivaio è ancora valida: «Certo, è una priorità. Senza soldi non puoi avere rose da 30 giocatori, meglio quelle da 22 con 2-3 giovani del vivaio. E’ l’unica strada e anche alla Samp ci stiamo provando – racconta Invernizzi a “Il Secolo XIX” -. Abbiamo due-tre ragazzi più pronti, ma non faccio nomi, anche se i talenti veri sono sempre meno».
FALCONE, ROLANDO E LA SFIDA DI DOMANI – Intanto l’avventura di Falcone e Rolando al Como sta procedendo: «Falcone è il portiere della nazionale Under 20, è cresciuto molto, ha grandi mezzi fisici e discreta personalità. L’esperienza in una piazza importante sarà fondamentale. Quando sei in campo, e sei solo tu e la porta, se hai la stoffa viene fuori. Rolando ha fatto la trafila con noi sin dagli Esordienti: ha fatto un ottimo campionato con la Primavera, è un esterno rapido. Ha discreta tecnica e ora ha una bella chance». Un pronostico su Samp-Como: «Vince la Samp, ma al Como auguro di tornare presto in alto. La Samp ha fatto un bel pre-campionato, le premesse sono buone».