2014

SXIX – Fedato: «Ringrazio Osti per aver creduto in me. Mi trovo bene»

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Tra i pochi nuovi di Bardonecchia, lui è certamente quello che sorpreso più di tutti. Francesco Fedato è al primo ritiro con la Samp, ma si è trovato bene con la truppa di Mihajlovic: «Sono molto contento di aver fatto una buona impressione. Spero di rimanere alla Samp. Devo anche ringraziare De Silvestri che mi sta aiutando ad ambientarmi, ma sono stato accolto bene da tutti». Tanti soprannomi per il ragazzo, ma lui ne preferisce uno: «I miei amici mi chiamano “Feda”, quello che preferisco. Gli altri sono soprannomi che fanno piacere, ma sono solo simpatici giochini. A Bari in particolare ho vissuto un’esperienza professionale e umana che mi ha arricchito molto. Sono rimasto in contatto con molte persone».

BARI E GENOVA – La sua cessione alla Samp ha consentito di pagare degli stipendi al Bari e anche di saldare alcuni debiti con il Comune: «Sono stato l’ultimo giocatore venduto dai Matarrese. Stavamo vivendo un momento difficile. Meno male che Osti ha creduto in me e che la Sampdoria – avevo conosciuto il vice-presidente Remondini – è stata disponibile a investire sul mio cartellino. Quei soldi erano fondamentali». In due anni dall’Eccellenza di Lucca alla Serie A di Genova. Una bella storia: «Non siamo in tanti, ma seguire questo percorso mi è servito tantissimo e chissà che non possa esser un esempio anche per tanti calciatori bravi che per qualche motivo sono ancora tra i dilettanti. Non bisogna mollare mai, anche se io di merda ne ho mangiata parecchia».

RIMPIANTO VENEZIA – A partire da Venezia: «Sono cresciuto nel Venezia e quando avevo 18 anni ho preferito restare in D piuttosto che andare in qualche Primavera di società professionistiche. Mi seguivano le due squadre di Verona… ma il Venezia in D non lo volevo lasciare. Poi nell’estate 2011, arrivò il d.s. Cinquini e non mi confermò. Mi ero svincolato: trovare una sistemazione era difficile. Tutte le società di Lega Pro o di D che mi volevano, come il Como, avevano organici già completi. In quel periodo feci un provino al Bogliasco. E alla fine il mio procuratore (Briaschi) ha trovato Lucca, in Eccellenza sì, ma una società di prestigio. Ero a un bivio, c’erano tutte le ragioni per cedere. E ce l’ho fatta. Non è stato facile lasciare il mio mondo per andare da solo a Lucca».

INDIPENDENZA E FAMIGLIA – Fedato parla della sua famiglia: «Mio papà Vittorio e mia mamma Giovanna. Hanno un laboratorio di pellicceria. Non mi hanno mai spinto a giocare a pallone, ma non mi hanno mai nemmeno mai ostacolato. E adesso sono felici che sia riuscito a realizzare il sogno e anche a conquistarmi una stabilità economica. Mio fratello Marco e mia sorella Veronica sono entrambi laureati. Hanno studiato tanto e al giorno d’oggi in Italia una laurea serve a poco». Fedato descrive anche il suo mondo: «Noale, il mio paese. Appeno posso torno lì, per stare con i miei amici. Loro sono molto contenti di quello che mi sta succedendo e nel tempo stesso mi aiutano a perdere contatto con la realtà. Umiltà, lavoro, sacrificio e disponibilità. Vado avanti così».

GUASCONATE – C’è anche da parlare su quella famosa notte brava di Bari che costò a Fedato il posto in Under 21: «Ho sbagliato. Cena di squadra a Bari: alla fine con qualche mio compagno, considerando che non ci sarebbe stato allenamento la mattina dopo, avevamo pensato di stare fuori un paio d’ore. Ho sbagliato, ma mi è servita anche questa – confessa Fedato a “Il Secolo XIX” -. E comunque è stato un caso esagerato, sono stato sulla terza pagina della Gazzetta per un paio d’ore. Nemmeno fossi Balotelli. Penso che una piccola cazzata a vent’anni si può fare, anche se mi scuso e so di aver sbagliato. Ho perso l’U-21 per il codice etico, però alla gara successiva il ct Di Biagio mi ha chiamato di nuovo e ho anche fatto gol».

IDOLI E DESIDERI – C’è anche una squadra del cuore (Milan) e un idolo per Fedato: «Zidane: ammiro la sua eleganza nel saltare l’uomo». Intanto la Samp non lo vuole più prestare, ma Fedato ha un piccolo desiderio: «La B l’ho già fatta e non ci vorrei tornare. Per andare in prestito in un’altra società di A, preferisco restar qui e giocarmela. Mi piace la Samp, mi trovo bene nel gruppo e ho già avuto modo di apprezzare il calore dei tifosi. Anche mercoledì, sotto il diluvio, son venuti in tanti per sostenerci. L’allenatore mi sta dando fiducia e mi sta riempiendo di consigli». Una bella storia quella di Fedato nell’Italia del post-Mondiale: «Non so se è bella, perché ho toccato il fondo e ho anche sofferto. E’ una storia di sacrifici, umiltà, autostima e rivincite. Non bisogna mollare. Mai».

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