Editoriale
Sorridiamo dall’alto
Due vittorie su due, nonostante la formazione titolare non sia ancora completa. Con qualche innesto possiamo divertirci davvero.
La Sampdoria non vinceva all’Artemio Franchi dal 29 settembre 2004: erano gli anni di Bazzani e la Fiorentina in quell’occasione perse 2-0. Un risultato che si avvicina molto a quello di ieri, perché nonostante il gol di Badelj, il Doria avrebbe potuto portare a casa un risultato molto più tondo. Però va bene così, soprattutto perché alla formazione titolare manca ancora qualche innesto, perché il forfait di ieri sera di Barreto ha comunque tolto un po’ di quantità a centrocampo, scientemente rimpiazzata da Linetty, perché Caprari ancora deve diventare più rapace d’aria, perché la difesa va perfezionata. Al di là di quelle analisi che ci porteranno a breve ad analizzare quello che, onestamente, non ho trovato ancora ben congeniale nella Sampdoria di quest’anno, c’è da dire che intanto il calendario ci ha permesso di portare a casa due vittorie, di essere in cima alla classifica, insieme con le big, e andare a sfidare la Roma, dopo la sosta, già con il favore dei punti dalla nostra. Analisi molto spicciola, perché siamo appena alla seconda di campionato, ma che non vedo perché non possa farci sorridere per un attimo, guardando tutti dall’alto.
Detto questo, spendere ulteriori parole per Quagliarella è diventato superfluo: al di là di un rigore tirato in maniera perfetta – e quest’anno di rigori se ne stanno sbagliando, in maniera dozzinale – l’attaccante è ancora una volta il più combattivo, il più attivo, il più propositivo. Un capitano che senza fascia va a incitare i suoi e che, quando necessario, li redarguisce anche, senza farsi notare: quando dopo 80 secondi di cronometro Praet riceve la prima ammonizione della gara, Quagliarella è lì che va subito a dirgli qualcosa, a fargli capire che poteva risparmiarsela. E’ la saggezza e l’esperienza, e non a caso è il marcatore più prolifico del nostro campionato ancora in attività: Ventura, inizia a riflettere con largo anticipo. Accanto a lui, però, mi è sembrato un po’ più spento del solito Caprari: il gol è arrivato con un tapin molto facile, che andava solo spinto dentro, ma l’errore nel secondo tempo, quando Ramirez lo imbecca davanti a Sportiello, sarebbe potuto costare caro. La gara poteva andare ulteriormente in discesa, verso il 3-0, ma l’ex Pescara è stato troppo lezioso, troppo. La sua prestazione è comunque positiva, ma gli serve una cattiveria maggiore, uno spirito più aggressivo nei confronti dell’area di rigore. Benissimo invece Ramirez: non ha dimenticato nulla del nostro campionato ed è il trequartista che ci serviva e che servirà per tutto l’anno, soprattutto quando arriverà Duvan Zapata, che di cross e di assist può riceverne quanti ne vogliamo. Con questo assetto di base sicuramente ci sarà da divertirsi, quando l’ex Udinese finalmente verrà annunciato come nuovo giocatore del Doria.
In difesa, intanto, vedo ancora qualche indecisione: finalmente Ferrari è sceso in campo, ha giocato con precisione e con tempismo e la sua prestazione è più che positiva, dato che entra in campo in un momento di estrema difficoltà, a difendere il vantaggio acquisito. Dall’altro lato, invece, Murru non è riuscito a soddisfarmi moltissimo e penso che anche Giampaolo sia dello stesso avviso: circa un mese fa avevo celebrato l’arrivo del sardo come la venuta del Messia, perché finalmente significava schierare un esterno mancino migliore di quelli che abbiamo avuto nell’ultimo periodo. La spinta c’è, i cross anche, ma in fase difensiva l’ex Cagliari è risultato essere troppo leggero, troppo disattento: con l’ingresso di Gaspar, poi, la sofferenza si è vista tantissimo e proprio dalla sua posizione è arrivato il gol della Fiorentina. Insomma Murru deve rivedere la sua concentrazione e sicuramente durante questa sosta ne avrà la possibilità, così come Sala, che probabilmente in questi ultimi giorni dovrà rivedere il suo impiego da titolare: l’arrivo di un esterno destro metterebbe a sedere definitivamente l’ex Hellas Verona, che dopo un anno di sacrifici in un ruolo non suo, alzerebbe bandiera bianca. Il mio consiglio è di trovare fortuna altrove, in un’altra squadra, perché con i blucerchiati penso che la storia sia oramai al capolinea. Non per cattiveria, ma per riprendere il percorso di crescita che è stato bruscamente interrotto da un modulo che non gli appartiene e non gli apparterrà mai.