2015

Soriano: «Devo molto a Mihajlovic. Bundesliga? Io sono felice in Italia»

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Cresciuto nel Bayern Monaco, elogiato da Antonio Cassano, punto fermo della nazionale italiana di Antonio Conte. Tutto questo è Roberto Soriano, capace di prendersi i suoi spazi in questa stagione e diventare fondamentale per la Samp. Molto è cambiato con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic nel novembre 2013: «Gli devo molto, è innegabile. Mi ha ridato la fiducia, la voglia di mettermi in gioco e di dimostrare qualcosa sul campo. Prima del suo arrivo non prendevo mai l’iniziativa. Nel 2009, quando sono arrivato qui, ho fatto una stagione con la Primavera e poi sono passato in prestito a Empoli. Al mio ritorno alla Samp, mi è mancata la continuità. Poi la situazione s’è ribaltata dopo il suo ritorno a Genova».

IL PUPILLO DI FANTANTONIO – Il resto è storia. Soriano diventa uno dei trequartisti più preziosi dell’intero panorama della Serie A: «L’ho detto, da un anno e mezzo a oggi è cambiato tutto. Ho completato la mia maturazione sul piano tattico, perché lo staff del mister è molto preparato – confessa Soriano ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. Al resto ci ha pensato lui. Vuole che i singoli si prendano delle responsabilità, che negli ultimi venti-trenta metri ciascuno decida cosa fare in piena autonomia. Ma non date retta a Cassano: non sono io il miglior talento italiano».

EUROPA E GERMANIA – Domenica la Samp si gioca una buona fetta di qualificazione europea contro il Napoli: «Sperone, provincia di Avellino, è casa mia. Papà e mamma sono partiti da lì. Non importa se io sono nato a Darmstadt, in Germania. In casa, da bambini, si parlava napoletano. Appena ho un paio di giorni liberi, torno là, dai miei nonni. Quante chiamate in questi giorni: amici e parenti vogliono essere tutti al San Paolo». Intanto il Bayern – sua ex squadra – ha travolto 6-1 il Porto nel ritorno dei quarti di Champions: «La verità? I compagni della Samp mi hanno chiesto una previsione. Ho risposto loro che se avrebbero fatto un gol, non si sarebbero più fermati. E così è successo. Ho fatto tre anni nel loro settore giovanile. La Bundesliga è cresciuta, ma non mi pento di essere tornato in Italia: sono contento così».

RISPETTO E BALLI – Mihajlovic dice spesso di aver rispetto dei suoi avversari, mai paura: «Non è uno slogan, ma la verità. Noi sappiamo quanto valga la Samp, anche se essendo ancora una squadra abbastanza giovane deve andare avanti facendo un passo alla volta. Nessun calcolo, si vive domenica dopo domenica: fra sette partite tireremo le somme. Dico solo che se andiamo al cento per cento, ce la giochiamo con chiunque. Non solo: a questo punto, sarebbe stupido non puntare all’Europa più prestigiosa. Nessuno a inizio stagione ci avrebbe pronosticato lassù, ma ora ci siamo: è meraviglioso». Per le finte sugli avversari, qualche consiglio l’avrà preso anche dal fratello Michele: «Campione di Germania nel ballo latino-americano. Scherzi a parte, meglio non distrarsi: la nostra missione non è ancora finita».

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