2013

Sinisa-Nenad, tutto in un abbraccio

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La cura degli abbracci. Una delle tante novità introdotte in casa Sampdoria dal nuovo corso Mihajlovic. Un rituale, quasi un mantra trascendente, preciso e ordinato, quello che va in scena poco prima del calcio d’inizio delle partite: tutti insieme in cerchio, undici braccia incastrate le une alle altre per darsi la carica e digrignare i denti all’avversario di giornata. 

Non solo abbracci di gruppo. L’impegno in Tim Cup contro il Verona ha illuminato i riflettori del giovedì sera di Marassi sulle seconde linee. In compenso, ha fatto sorridere – tra gli altri – Nenad Krsticic, uno che dall’anno scorso il posto a centrocampo lo occupa con regolarità e intende continuare a farlo. Al talentino serbo bastano solamente ventidue minuti dall’ingresso in campo per timbrare il suo secondo gol italiano con la maglia dai colori magici (il primo arrivò il 2 dicembre 2012 nella partita Fiorentina-Sampdoria 2-2).

Fa tutto il numero 10: recupera la sfera nel rimpallo con Donati, vola per oltre 60 metri verso Mihaylov e, una volta arrivato al limite dell’area scaligera, spara il colpo all’incrocio. Per la prima volta sotto la Sud, prima di correre verso l’altro “Miha”, quello sampdoriano che siede in panchina. L’abbraccio con sinisa è di quelli sentiti, che dicono tutto quello che non si riesce ad esprimere a parole. Già perchè l’allenatore di Vukovar non è stato solo quello che l’ha convocato e lanciato per la prima volta nella Nazionale dei grandi. E’riuscito a dare la scossa – oltre che alla squadra – anche al suo connazionale. In primis l’ennesimo spostamento, questa volta in posizione più avanzata nel 4-2-3-1, che sta risollevando i valori delle prestazioni di Nenad, partito in sordina. 

Stima reciproca. In tempi non sospetti, più precisamente nel marzo 2013, tra Miha e Krsticic scorreva già buon sangue: «Krsticic è un buon giocatore che seguo e vedo migliorare di partita in partita», disse l’ex allenatore della Serbia. Nove mesi più tardi, ecco l’attestato di stima del centrocampista: «Mihajlovic è un allenatore che sa creare un buon gruppo, duro quando c’è da essere duro ma con il pregio di essere molto diretto e schietto con tutti». Dopo le parole, i due sono passati agli abbracci. La cura funziona. 


L’abbraccio travolgente tra Krsticic e Mihajlovic dopo il gol del 3-1

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