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Signori: «Lo spezzatino non è calcio. Italia? Ecco cosa penso»
Beppe Signori, ex bomber biancoceleste, ha parlato dei 10 anni vissuti tra le accuse di calcioscommesse. Le sue parole dopo la grazia di Gravina
Ai microfoni di Radio Anch’io Sport, Beppe Signori ha parlato dei 10 anni vissuti con l’ombra del calcioscommesse e della grazia concessa da Gravina. Le sue parole.
DIECI ANNI – «Nessuno me li restituirà. È inutile piangersi addosso, ora bisogna guardare avanti. Sono stati 10 anni difficili ma sono sempre stato abituato a lottare fino alla fine. Non mi piaceva rimanere nella prescrizione, ho preferito andare avanti perché doveva essere nero o bianco. Cercherò di recuperare questi 10 anni».
CALCIO – «È cambiato molto. Oggi è un calcio da poltrona più che da stadio, a prescindere ovviamente dalla pandemia. Questo calcio spezzettato, senza orari certi… Non riconosco più il calcio di prima, è più difficile guardare le partite con la stessa attenzione. Il calcio vive soprattutto della passione, dell’affetto che la gente fa sentire addosso».
FUTURO – «Dieci anni fa ho preso il patentino da allenatore. Ovvio che era ed è uno dei miei sogni, pur sapendo tutte le difficoltà che oggi hanno anche gli allenatori più esperti. Mi manca l’odore dell’erba».
ATTACCANTE PIÙ SIMILE – «Non come caratteristiche tecniche, perché al momento di mancini vedo solo Berardi o Dybala. Immobile però credo abbia fatto in questi anni quello che non è riuscito a fare nessuno. Lo vedo come un bomber e gli auguro, insieme agli altri azzurri, di fare qualcosa di importante».
EURO 2020 – «Le condizioni e le qualità ci sono. Mancini sta ritrovando dei ragazzi con grandi qualità. Si sta aprendo un ciclo e l’Italia può andare veramente lontano. Possiamo essere protagonisti».
SARRI ALLA LAZIO – «Credo che sia un allenatore che abbia dimostrato di saper allenare bene, sia con le piccole sia con le big, come visto con la Juve. Credo abbia tutte le caratteristiche per essere un allenatore vincente».