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Editoriale

Sì al ritorno di Eder, ma solo se in positivo

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Con tre rate ancora da incassare, il ritorno di Eder dev’essere inficiato anche da una valutazione economica, fondamentale ai fini dell’ottima riuscita dell’affare

L’aspetto amministrativo legato alla cessione di Eder è complesso, soprattutto a fronte del fatto che la Sampdoria, adesso, potrebbe riprendersi l’attaccante italo-brasiliano. Facciamo un salto indietro, al gennaio del 2016, e recuperiamo i dettagli di quel trasferimento: Eder è stato ceduto all’Inter in prestito oneroso, costato 1,5 milioni di euro, e poi è stato riscattato al termine della stagione scorsa per 10,5 milioni, da pagare in comode rate da quattro anni. Ne è passato appena uno, quindi la Sampdoria ha incassato soltanto 2,6 milioni dal riscatto più 1,5 di prestito, per un totale di 4,1 milioni per la cessione di quello che era il suo attaccante più importante, in quel momento storico. Non un affarone, rate alla mano. Ora le cifre che si fanno circolare per il ritorno di Eder in blucerchiato si aggirano sui 5 milioni, quasi un milione in più di quanto abbia incassato la Sampdoria fino a ora. Ribadisco: non un affarone.

Non sono un economista, anzi ho una lacuna molto evidente con i numeri, ma dal punto di vista tecnico io sarei favorevole al ritorno di Eder. Non dico di no a una minestra scaldata soltanto perché questa ci viene rimandata indietro per scarso utilizzo: Eder semplicemente non ha trovato lo spazio che sperava, ma ha continuato a giocare ai livelli noti e ogni volta che è stato chiamato in causa ha saputo farsi trovare pronto. Con l’arrivo di Spalletti e con un nuovo cambio di modulo è abbastanza improbabile che Eder possa continuare a trovare il minutaggio giusto per mantenere la continuità sperata e, magari, una convocazione agli Europei con l’Italia di Ventura. Inoltre con la partenza di Muriel ritengo che Eder possa essere l’ideale sostituto: oltre ad avere più continuità e a dare più certezze dal punto di vista fisico, l’attaccante brasiliano ha l’esperienza dalla sua, quella che purtroppo a volte è mancata a un giocatore che peccava anche di egoismo come il colombiano. Il ricordo, poi, gioca a favore di Citadin, che a Genova non ha lasciato nemici e ha sempre dato il massimo per la sua maglia: insomma gli ingredienti ci sono, ora manca la ricetta. A patto che quindi la trattativa possa andare a fondo sarà fondamentale tener conto che l’affare va avviato esclusivamente con le cifre in positivo.

Eder d’altronde ha 31 anni, ne compirà 32 nel corso di questa stagione: non è più giovanissimo e un investimento da 5 milioni potrebbe essere abbastanza ingiustificato, soprattutto dinanzi ad altre idee straniere o italiane, come per esempio Falcinelli (classe ’91), che però potrebbe costare di più. Il vantaggio, come detto prima, è il conoscere benissimo il nostro campionato e l’ambiente Sampdoria: non dovrebbe ambientarsi né dovremmo aspettarlo. Certo, non produrrà alcun tipo di plusvalenza, ma con tre rate ancora da incassare dall’Inter sarebbe come pretendere il pagamento di un prestito oneroso durato 18 mesi e valutato 8 milioni (la cifra mancante da incassare). Predico oculatezza, insomma, perché il valore tecnico non si discute e come seconda punta, da alternare a Caprari, non è una scelta sbagliata. Tutto dipenderà, anche in questo caso, da quali saranno le gerarchie di Giampaolo: perché se l’ex Pescara è arrivato per essere titolare, avere un Eder in panchina non mi sembra una mossa congeniale a tutte le parti, tantomeno al giocatore. Se invece il giovane capitolino sarà destinato a un ruolo da subentrato, allora per coprire il tassello lasciato libero da Muriel può avere più che senso Eder.

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