Editoriale
Sfruttare la sosta per ripartire con un altro tecnico
Il matrimonio con Di Francesco forse non era destinato a funzionare: dispiace per come sono andate le cose, ma è necessario cambiare la guida tecnica durante la sosta
Il commento tecnico sulla partita contro l’Hellas Verona sarebbe totalmente sprecato: la Sampdoria non c’è, tantomeno il gioco che Di Francesco avrebbe voluto dare a questa squadra. Tutte le letture tattiche che avevano proposto in estate e che avevamo potuto vedere nel calcio estivo sono venute meno: il nuovo modulo che oramai ha deciso di applicare il tecnico ha snaturato per lo più quello che era il suo diktat calcistico, arrivando a stravolgere anche la rosa stessa del Doria. Ieri in campo, così come nelle ultime settimane, c’erano interpreti diversi, posizioni inedite, tra cui Bonazzoli schierato accanto a Quagliarella e non in sostituzione. Allo stesso modo, però, sembra che a tutta la squadra manchino i dettami dell’allenatore: l’esempio più lampante è Rigoni, che puntualmente, ogni settimana, viene richiamato da Di Francesco per tenerlo sull’esterno, mentre lui continua ad accentrarsi. Come se giocassero per la prima volta insieme.
La Sampdoria è arrivata un capolinea abbastanza disarmante: stavolta prendersela solo con l’allenatore è difficile e sembra averlo capito anche il pubblico. Dal settore ospiti del Bentegodi si è alzato, durante l’intervallo, un coro molto chiaro, che invitava tutti a mostrare gli attributi, a venirne fuori da questa situazione. La piazza sarà compromessa dalla questione cessione, può mancare la certezza di avere una dirigenza per il resto della stagione, ma le scuse stanno davvero finendo: la Sampdoria deve ritrovare se stessa, così come i suoi giocatori e i suoi interpreti. A partire da Quagliarella, l’ombra del capocannoniere dello scorso anno, succube del suo desiderio di indovinare la conclusione vincente da posizioni improbabili e allo stesso inconcludente per quasi l’intera saga di ieri. Con lui tutti gli altri, salvo qualche sporadica iniziativa presa da Depaoli e qualche tentativo di Caprari, subentrato tra l’altro.
La squadra consta degli stessi interpreti dello scorso anno, tolti Praet e Andersen: erano sicuramente due giocatori molto validi, ma non può passare dalla loro assenza la crisi di risultati e di punti del Doria. L’involuzione si è vista in tutti, persino in giocatori come Colley e Murru, ieri autore di una prestazione vacua, condita da un terribile autogol che ha tagliato le gambe definitivamente ai blucerchiati. È evidente che qualcosa non funziona più, ma bisogna capire cos’è che si è rotto nel meccanismo di Di Francesco. Ora il futuro: la squadra in origine era stata pensata per Pioli, il suo arrivo quindi potrebbe avere continuità con quanto aveva pensato la dirigenza a inizio estate, ma dovrà essere bravo il tecnico ex Fiorentina a rimettere tutto in sesto. L’alternativa sembra essere Ranieri, l’uomo traghettatore, che potrebbe portare anche una vena di serenità a un ambiente molto dilaniato. L’operazione Iachini servirebbe solo per addolcire una piazza che è più incattivita che mai nei confronti di Ferrero, ma che dal punto di vista tecnico e tattico significherebbe compiere un ulteriore passo indietro.
Dispiace per Di Francesco, perché speravo avremmo potuto costruire un’ottima Sampdoria con lui, in grado di puntare a qualcosa di più rispetto a quanto fatto con Giampaolo. Evidentemente questo matrimonio non era destinato a funzionare.