2013

Settecento volte Delio

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A prescindere dal risultato, quella di questa sera sarà una partita speciale per mister Delio Rossi: oggi celebrerà infatti le 700 panchine tra i professionisti, un dato certamente invidiabile. Rossi è un allenatore che ovunque è andato ha lasciato il segno facendo capire di essere prima di tutto un grande uomo, poi un grande allenatore, un uomo a cui piacciono i fatti.

L’avventura del Rossi allenatore comincia nel 1993 a Salerno, dopo l’esperienza come tecnico delle giovanili a Foggia e a Torremaggiore. Salerno si innamora immediatamente dell’uomo di Rimini che ricambia l’affetto dei tifosi. Nel biennio 1993-1995 sfiora la doppia promozione dalla Serie C1 alla Serie A mancata per un soffio contro l’Atalanta. Quindi l’approdo a Foggia, dove aveva trascorso 7 anni di cui 4 da capitano, alla corte di Zeman, da quale il tecnico di Rimini ha cercato di “rubare” il più possibile, come lui stesso ha più volte ammesso. Quindi il Pescara e poi il ritorno nella sua Salerno per un nuovo biennio, dal 1997 al 1999: aveva un conto in sospeso con la Serie A, che questa volta conquista con una strepitosa cavalcata.

A Rossi non è mai piaciuto lasciare conti in sospeso: dopo le parentesi Genoa e Pescara-bis, subentra al “Fenomeno” Cavasin alla guida del Lecce nel 2002: fallisce la salvezza lottando fino all’ultimo, ma resta alla guida dei salentini per riportarli in massima serie la stagione successiva e confermarli lì concludendo il campionato in decima posizione nella stagione 2003/2004.

Dopo le retrocessione con l’Atalanta, panchina affidatagli a campionato in corso, avviene il salto di livello: Lotito lo vuole alla guida della Lazio nel 2005. L’allenatore conquista sul campo la riconferma fino al 2009, culminata, come tutti sappiamo, con la vittoria in Coppa Italia. Il primo trofeo dell’Era Lotito, il primo trofeo del Rossi allenatore. I tifosi della Lazio devono ancora capire perché quella fu l’ultima stagione del tecnico romagnolo sulla loro panchina. Quattro anni alla Lazio fatti di qualificazioni europee non sono da tutti, in un ambiente notoriamente molto caldo.

Dalla finale di Coppia Italia il futuro del tecnico si tinse pian piano sempre più di blucerchiato: tra lui e i tifosi genovesi era scoccata una scintilla. Come accade nelle più belle storie d’amore non tutto è facile però: le due stagioni successive siederà sulla panchina del Palermo, al contempo vittima e carnefice della Sampdoria. Ma nonostante ciò il reciproco rispetto, la reciproca stima che legava il Profeta e i tifosi della Sampdoria non si è minimamente intaccata. Nemmeno quando fu proprio l’attuale allenatore blucerchiato a condannare alla Serie B quella che sarebbe stata la sua squadra poco più di un anno dopo.

Il resto, come si dice, è storia. Rossi nella sua lunga carriera ha dimostrato di essere non solo un uomo di calcio, ma soprattutto è un grande mestro. Una persona concreta, che ama i fatti. Che ama il calcio di una volta, figlio delle partite alle 14,30, che molti di noi non hanno neanche mai visto. La domenica pomeriggio e non il mercoledì sera, quando la gente normale è al lavoro. E poco male se ogni tanto scappa un cazzotto o un dito medio: caro Delio, a noi piaci così. Semplice, onesto e sincero: non cambiare mai.

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