Settore giovanile
La Sampdoria guarda al futuro: «Dobbiamo pensare alla crescita collettiva»
Italo Calvarese, responsabile del progetto Next Generation Sampdoria, ha parlato in merito alla situazione del calcio e del futuro. Le sue dichiarazioni
Italo Calvarese, direttore generale di Futbolclub e responsabile del progetto Next Generation Sampdoria e della scuola calcio della società ligure, ha parlato a gazzettaregionale.it del futuro.
RIPARTENZA – «Mi auguro che la 2021/22 sia migliore dell’ultimo anno e mezzo che abbiamo dovuto affrontare. A questo punto possiamo solo ripartire sulla base delle esperienze fatte quest’anno, anche se organizzazione e programmare non sarà semplice perché non c’è modo di confrontarci con nessuno se non con noi stessi. Quindi ripartiremo da dove ci siamo fermati».
SAMPDORIA – «Noi, e parlo sia come Sampdoria che come Futbolclub, per quanto riguarda l’attività di base abbiamo confermato tutti i ragazzi: c’è sicuramente chi sarà più avanti e chi più indietro in termini di preparazione considerato il diverso lavoro fatto quest’anno, quindi l’obiettivo dovrà essere quello di riportare tutti i ragazzi alla pari e impostare la stagione sulla crescita collettiva, sotto tutti i punti di vista. Siamo carichi e pronti, dal presidente fino al magazziniere, passando per ogni componente della società, perché ognuno è ugualmente importante».
PROBLEMA – «Un bambino di 14-15 anni, venendo al campo per allenarsi a distanza, senza poter disputare la partita in allenamento o nel week end, perde la voglia di giocare. Non c’è più benzina da mettere perché sono piccoli, hanno bisogno di divertirsi, non di sentire spiegazioni. Questi giovani perdono la motivazione e alla fine scelgono di divertirsi in altri modi più dannosi, come i videogiochi. L’allenamento serve per il confronto: se si toglie la sfida, l’atleta perde interesse».
CONTRADDIZIONI – «A livello regionale ripartiranno i campionati di Eccellenza maschile e femminile, il Calcio a 5 e nei Nazionali, oltre a Primavera e Under 18, adesso ricomincerà anche l’Under 17. Credo che le Istituzioni stiano facendo delle prove, ma restano diverse incongruenze. Non capisco perché alcuni ragazzi, nei nazionali, possano giocare i test match e dei loro coetanei, nei dilettanti, invece no. Non solo, non comprendo anche un’altra dinamica relativa al solo settore delle giovanili professionistiche: se per tutte le categorie è valido l’interesse nazionale, come mai l’Under 13 e 14 non possono fare i test match mentre Under 15-16 e 17 si? È tutto assurdo, speriamo che questa situazione finisca presto e che da settembre 2021, come nei mesi seguenti e per tutta stagione, si possa tornare a lavorare con normalità».