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Serie A, operazione ritiri sicuri: i nuovi test anti Coronavirus

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Serie A, l’obiettivo è avere ritiri sicuri: il protocollo di somministrazione dei nuovi test anti Coronavirus

La Serie A si prepara alla ripresa e per tornare in campo dovrà avere la sicurezza di non dare luogo a nuovi casi di Coronavirus. Le squadre dovranno organizzare ritiri sicuri, ma i metodi adatti sembrano già esserci. La soluzione è il test sierologico rapido: una goccia di sangue, prelevata con una piccola puntura sul dito medio, e risposta in 8 minuti per sapere se i calciatori sono infetti o lo sono mai stati. Giusto il tempo che le immunoglobuline di tipo M (che fotografano il presidente) e quelle di tipo G (che raccontano il passato) forniscano il quadro della situazione. Solo in caso di positività si passerebbe al tampone molecolare, ovvero la seconda parte di protocollo, che richiede appena 20 minuti per la risposta.

«A differenza delle card, che hanno un’affidabilità del 75%, questo tipo di esami sono equiparati ai migliori, Clia o Elisa, che arrivano al 98%. Per questi, però, c’è bisogno del prelievo in vena e tempi di risposta più lunghi», ha chiarito a La Gazzetta dello Sport Marco Santini, direttore della Clinica Villa Stuart, che farà da modello per questo protocollo. I metodi in questione consentono sicurezza e tracciabilità (grazie a una banca dati accessibile anche da remoto) con tempi di risposta molto brevi. Il sierologico deve essere affiancato con il tampone, perché fornisce sì una precisione storica, ma lascia una finestra scoperta tra gli ultimi 3-6 giorni. Il calcio potrebbe così controllarsi in autonomia, senza intasare i laboratori e contenendo i costi: «Lo strumento per il sierologico è gratuito, si pagano solo le card, che costano 25 euro, mentre la macchina della Menarini (quella dei tamponi, ndr) arriva a 4500 euro», ha concluso Santini.

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