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Serie A, caos protocollo: isolamento fiduciario e pochi reagenti

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La ripresa della Serie A condizionata dal rispetto del protocollo: aggirato il problema della quarantena obbligatoria, mancano i reagenti per i tamponi

Il punto dolente del vecchio protocollo per la ripresa del campionato di Serie A era la quarantena obbligatoria di squadra in caso di nuova positività. Dopo settimane di lockdown la prospettiva, per i calciatori, di passare un altro lungo periodo in isolamento aveva sollevato parecchie critiche. La Serie A aggira il problema, senza però risolverlo. Come si legge da Il Messaggero, nel momento in cui ci sarà una nuova positività il gruppo squadra verrà sottoposto ad isolamento fiduciario presso una struttura concordata.

Non è ancora chiaro cosa significhi isolamento fiduciario e, oltre questo problema, si aggiunge l’aumento esponenziale di tamponi previsto dal nuovo protocollo, così come redatto Maurizio Casasco, presidente della Fmsi e Gianni Nanni, medico del Bologna. Dopo i primi due iniziali ne verrà effettuato uno ogni quattro giorni, più test sierologici ogni due settimane. Moltiplicato per tutta la rosa si trasforma in un numero decisamente elevato di tamponi che potrebbe impattare in maniera considerevole sulle regioni in cui scarseggiano i reagenti.

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