2014

Sensibile su Pellè: «Preferimmo Maxi Lopez a lui. La Nazionale è una soddisfazione»

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Antonio Conte convoca Graziano Pellè in Nazionale, attaccante che il tifo blucerchiato conosce bene. Il giocatore leccese arrivò a gennaio 2012, in quell’anno di purgatorio della Serie B. Sei mesi nella città della Lanterna, quanto basta per dimostrare le proprie qualità e contribuire al ritorno in Serie A della Sampdoria. Per parlare dell’attuale punta del Southampton, la redazione di SampNews24.com ha contattato in esclusiva Pasquale Sensibile, direttore sportivo che portò Pellè alla corte di Beppe Iachini.

Direttore, che ricordo ha di Graziano Pellè?
«Era la sessione invernale di calciomercato, volevamo introdurre nel nostro pacchetto attaccanti un centravanti pivot con le sue caratteristiche. Con il Parma c’erano già altre cose in ballo, come Rispoli o Biabiany. Sin da subito Pellè ha dato disponibilità pur non essendo il titolare, ma ricordo che in alcune situazioni ha tolto le castagne dal fuoco segnando quattro gol. Arrivò durante lo stravolgimento dell’organico, in cui la Samp era in piena rimonta in classifica. Pellè fu ingaggiato in prestito con diritto di riscatto, ma decidemmo di non esercitarlo».

Perchè la Sampdoria decise di non esercitare il diritto di riscatto?
«Ritenevamo di poter fare un investimento diverso, ingaggiando un giocatore più consolidato in Serie A: Maxi Lopez. Oggi è troppo semplice dire o percepire questo come un errore, ma non era il caso riscattare Graziano Pellè in Serie A, una categoria in cui non aveva dimostrato nulla, per una squadra che doveva salvarsi. Possiamo solo dirgli grazie per il contributo dato alla Sampdoria. In quel momento non abbiamo riscattato Pellè perchè in Serie A, in quel momento, non garantiva un certo patrimonio realizzativo. Maxi Lopez, invece, era reduce da sei mesi al Milan e da annate rosee al Catania».

Come Pellè in Italia non ha dimostrato lo stesso rendimento avuto in Olanda o, attualmente, in Inghilterra?
«Le sue caratteristiche fisice vengono esaltate nel calcio nordico, molto diverso da quello italiano. Molte squadre, se si escludono i top club, tendono a buttare palla in avanti e guadagnare campo. In questa situazione i calciatori come lui si esaltano. La motivazione, forse in maniera banale, è questa. Graziano è un ragazzo molto particolare e intelligenze, probabilmente avrà sofferto le pressioni che ci sono in Italia. Qui se un attaccante non fa gol per due domeniche viene subito messo sul banco degli imputati, credo che abbia trovato la sua dimensione in un calcio meno frettoloso e pressante di quello italiano. Voglio sottolineare, due anni dopo, come le scelte possano essere definite sbagliate o meno».

Che effetto fa vedere Pellè in Nazionale per lei?
«È una grande soddisfazione, conservo un bel ricordo di Graziano. Vederlo raccogliere questo merito suscita in me stati d’animo belli, sono contento per lui. Inoltre, Pellè è leccese e dopo Causio, Brio o Moriero è una tradizione che continua. Il calcio salentino ha portato grandi contributi nell’ambito nazionale».

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