2013
Secolo XIX – Obiang: «Spero sia per me l’annata della svolta»
Pronti, partenza, via! Si riparte: domani prima sfida del nuovo campionato contro i bianconeri di Antonio Conte e Pedro Obiang, intervistato da Il Secolo XIX, sta già riscaldando il motore.
Un Obiang, quello raggiunto dai cronisti del quotidiano, molto carico per l’inizio della nuova stagione e che spera che questa possa essere per lui l’annata della svolta. «Ormai è da tre stagioni che bazzico la prima squadra e da due che lo faccio da protagonista. Immagino che le aspettative sul mio conto siano decisamente alte. Dovrò cercare di fare meglio dell’anno scorso, perché se faccio uguale si dirà che mi sono adagiato oppure che mi sono fermato».
Un Obiang che scenderà in campo sabato al fianco dei giovanissimi Eramo e Krsticic: il primo cercherà di farsi rispettare in mezzo al campo e l’altro darà come sempre il massimo, anche nella sfida con la Juve. «Ce la metteranno tutta» ha confermato quindi Pedro, aggiungendo come «per loro sarà un altro esame da passare, nel quale dovranno dimostrare qualcosa». Un esame assai difficile, con la favorita per lo scudetto, che per lo spagnolo è «anche la favorita di sabato sera. Loro sono quelli costruiti per vincere – ha continuato – mentre noi, la Sampdoria, quelli che devono cercare di creare una sorpresa».
Un Obiang che prenderà per mano il centrocampo blucerchiato in questa stagione, consapevole che le proprie responsabilità, con il trascorrere dei mesi e delle partite, aumenteranno sempre più. «Le sento, come tutti quanti gli altri. Sono difficili da gestire, però mi piacciono. Preferisco le difficoltà a quell’anonimato che ad esempio ho conosciuto in quei periodi in cui non mi ero ancora guadagnato una posizione nella squadra. Avere delle responsabilità – ha chiarito – significa esserci. E poi credo che a chiunque faccia piacere sentirsi coinvolgere».
Un Obiang, insomma, deciso a fare bene ed a mettersi a disposizione della squadra e del Mister. E che, tra una pausa e l’altra – che sia un allenamento piuttosto che un’intervista – si lascia scappare sempre qualche simpatica battuta, mostrando un ironismo che nel calcio avrebbe tanto bisogno di comparire spesso per ricordare a tutti che, anche se bellissimo, esso rimane pur sempre e solo un gioco: «Tra tutti sono l’unico colorato. Non posso nascondermi in campo, facendo finta di non esserci. Perché ci si accorge di più se e quanto mi muovo. Si vedono di più le cose belle, ma anche gli errori. A volte vorrei non essere colorato…»