Secolo XIX - Ferrero: «Fatti, non parole. 14mila abbonati? Ne vorrei il doppio» - Samp News 24
Connettiti con noi

2014

Secolo XIX – Ferrero: «Fatti, non parole. 14mila abbonati? Ne vorrei il doppio»

Avatar di Redazione SampNews24

Pubblicato

su

Una lunga intervista per spiegare i pezzi del puzzle che Massimo Ferrero sta mettendo insieme per la Sampdoria. Il neo-presidente blucerchiato ha voluto chiarire alcune posizioni su quello che sta facendo per il Doria, di cui è diventato presidente da poco più di un mese. A cominciare dal divertimento che sembra provare in questa nuova avventura: «Sono molto fortunato perché lavorare divertendosi è una grande fortuna che ci ha regalato Nostro Signore. Io mi diverto molto tra le mille insidie che trovo nel mio cammino. Se l’immaginavo così? Io vivo di immaginazione, faccio il cinema».

ONE MAN-SHOW – Garrone faceva solo il presidente, Ferrero si è preso anche gli incarichi di a.d. e di d.s.. Lui è il primo a muovere il mercato in entrata: «Edoardo Garrone è un gran signore, fa parte di una famiglia per bene – confessa in una lunga intervista a “Il Secolo XIX” -. Era impegnato altrove e per questo delegava. Io sono nato delegato, le cose me le guardo tutte da solo perché non faccio finanza, ma impresa. E come delegato voglio mettere a posto questa meravigliosa azienda che Garrone mi ha lasciato e che perdeva tantissimi soldini… non sono più bravo di Garrone, ma sono nato lontano da qui. Un calciatore è bravo se ha fame ed esce con la maglietta sudata. Io sono nato con la maglietta sudata».

BRAIDA E IL PASSATO – Le prime deleghe tolte sono state quelle di Ariedo Braida: «Io amo molto Braida. Prima lo conoscevo da spettatore, ora ho imparato a conoscerlo di persona, ma non mi posso permettere uno come lui, che prende 1,6 milioni lordi… Braida ne vale anche tre, però non me lo posso permettere. Saluto Braida e lo ringrazio, spero di incontrarlo la prossima vita. Un po’ meno esoso e un po’ più fattivo». La sua passione per il calcio nasce da lontano: «All’oratorio. Sono cresciuto nel quartiere Testaccio, dove è nata l’A.S. Roma. In via Bodoni c’era un piccolo campo e lì iniziavamo a giocare le prime squadre. All’oratorio il prete non mi faceva entrare perché non ero un bravo chierichetto, così un mio amico lo distraeva e gli fregavamo il pallone. Però io ho giocato poco perché ho iniziato presto a fare l’attore».

IL CALCIO COME FICTION – Tutti si son chiesti il perché abbia acquistato la Samp: «In realtà nei miei percorsi mi hanno offerto tante squadre. Il calcio è simile al cinema: se ci pensate, noi la domeniica andiamo allo stadio, torniamo a casa e accendiamo la tv. Cosa vediamo? Una partita o una fiction tipo Don Matteo che è… il nostro Mihajlovic, l’eroe della Samp. La partita dura un’ora e mezza, come una fiction. E fine della prima puntata. Il calcio l’abbiamo già e se vinciamo, e con Mihajlovic vinceremo, sarà una fiction che farà una share importante». Sulle squadre offerte in passato: «Quelle del Sud tutte, compreso il Bari. Parlo di cose recenti, non vecchie. Poi la Salernitana. Ah, ci fu la Fiorentina, ma avevo già acquistato tutti gli immobili di Cecchi Gori e non volevo che si pensasse che volessi imitare il grande Vittorio. Io faccio imitazioni solo di me stesso…».

SEMPRE MEGLIO – A Roma Ferrero è conosciuto: «Mi conoscono in Italia e all’estero, perché ho fatto il vero cinema italiano». Qualcuno potrebbe avergli dato qualche consiglio: «Io sono un uomo che lavora, tutti mi vogliono bene. Nella vita mi hanno insegnato che le parole non servono. Ho sempre fatto i fatti e non mi posso permettere un consigliere, non ho i soldi per pagarlo. Il mio motto è: «L’arte del fare è fare». Io non parlo, faccio». Intanto ci sono già 14mila abbonati, ma Ferrero non si accontenta: «Pochi. Siamo molto pochi e devono fare come nel cinema, un grande passaparola. Perché io cercherò di non deluderli. Siamo pochi ma buoni e li ringrazio tutti… ma ne voglio vedere il doppio allo stadio, perché sto lavorando venti ore al giorno per questa tifoseria…».

TDT E ULTRAS – Ferrero è anche colui che ha prodotto Ultrà e dice la sua sui rapporti società-ultras e sulle misure governative, che sono state inasprite: «Ultrà è stato un film di grande successo perché veritiero, non c’erano le comparse ma i veri ultras. E come tutte le cose ci sono i buoni, i cattivi e gli infiltrati. La violenza va condannata, ma non sono d’accordo nemmeno con la Legge Maroni. La Tessera del Tifoso è un errore, valuta tutti come cattivi. Desidero che i nostri ultras ci possano seguire ovunque e mi farò garante perché ciò sia possibile. La squadra ha bisogno di loro, questa situazione è uno scandalo: farò una petizione in Parlamento».

MIHAJLOVIC UBER ALLES – Nella cena di Roma, qualcosa deve aver promesso a Sinisa Mihajlovic: «Lui ha promesso qualcosa a me… L’ho incontrato quella sera per la prima volta. Abbiamo una cosa che ci accomuna: veniamo tutti e due dal nulla. Lo stimo molto perché bisogna esser prima grandi uomini e poi grandi professionisti. Lui è un grande uomo, mi ha promesso che farà bene e io farò del mio meglio per metterlo nelle migliori condizioni. Perché è come se lui fosse il papà di questi giocatori e io posso esserne la mamma – ribadisce Ferrero al quotidiano genovese -. Sono venuto qui per regalare insieme a Mihajlovic a questa tifoseria l’arte del bene, l’arte del fare bene».

SEI PARTITIE DA VINCERE – Magari c’è una lunga lista di desideri da parte del tecnico serbo: «Lui la squadra ce l’ha già. E’ molto intelligente. Se posso regalargli dei calciatori per completare questa già meravigliosa rosa, lo farò. Abbiamo buoni obiettivi, non voglio dirli perché potrebbero esser fraintesi. Siamo pronti e non ci sentiamo inferiori a nessuno. Vogliamo esser la vera sorpresa dell’anno. A me e al mister non piace parlare, ma fare. Lui lo sa che deve vincere almeno cinque partite precise… gliel’ho chieste». Il giornale ipotizza Genoa, Lazio, Fiorentina, Roma e Napoli, ma Ferrero dice che ne manca una. Juventus? «Potete fare un titolo? Il grande Mihajlovic e lo zio Ferrero non temono nessuno. Siamo la coppia più bella del mondo».

SPENDING REVIEW – Intanto Ferrero ha ridotto gli stipendi in sede: «Vogliamo dire una frase che ha inventato il professor Monti? C’è la speding review, è tanto bella. Io imito l’Italia. Abbiamo un presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che farà molto bene, abbiamo il semestre italiano in Europa. Non possiamo fare brutte figure». C’è timore che ne risenta anche la squadra e le risorse a disposizione: «Non tocco nessuno. Saranno loro che toccheranno me». Ci si chiede se è vero per lui il detto “Non pago chi non lavora”: «No, no. Dico: chi non lavora non mi appartiene. Non sta a me criticare o giudicare l’operato dei Garrone, però pensavo di trovare pioggia e invece nevicava. Siamo tanti. Le aziende non possono perdere, devono guadagnare. Non è possibile che arriva l’allenatore che ti chiede cinque giocatori, poi va via, arriva un altro e non li vuole. Bisogna riformare».

ITALIA DA RISPETTARE – L’idea è di ispirarsi al lavoro del presidente del Consiglio Renzi: «C’è una battaglia, Tavecchio-non Tavecchio, ma basta… Abbiamo rinnovato il contratto a Prandelli prima che facesse qualunque risultato. Voglio che l’Italia sia un paese rispettato, anche nel calcio. Non è che non pago gli “esodati”, ma c’è qualcuno che qui è arrivato senza fame. Su distrazione dei Garrone ci siamo ritrovato con qualche improbabile. Cercherò di sistemare quest’azienda e di portare la gente allo stadio felice». E a proposito di stadio, Ferrero precisa: «Lo voglio fare subito. Sono state a vedere l’area. Mò ve sveglio io. Questa città va svegliata. Il sindaco Doria e tutte le istituzioni devono fare uno stadio. Genova è come New  York, però dobbiamo gemellare Genova a New York. Quindi dobbiamo dargli uno stadio».

ROSSI E GLI ESODATI – Intanto Ferrero ha avuto un primo approccio alla Lega Calcio: «Ho trovato una grande accoglienza. Tutti i presidenti mi hanno coccolato, accettato. Sulla battaglia dei diritti del calcio ho dato il mio contributo. Le difficoltà ci sono, ma sono nato nelle difficoltà e questo sarà il mio divertimento». Intanto si parla di Samuel e Cambiasso per la Samp, grandi nomi: «Ultimamente la Samp non se li è potuti permettere, perché ha ancora giocatori che prendono 800mila euro e stanno a casa. Delio Rossi prende due milioni e non ha voluto transare. Per cui questo signore adesso verrà ad allenare i fuori rosa. Non è giusto che un allenatore che prende due milioni va a casa e gli devo pagare lo stipendio. C’è gente che ha fame, che non lavora».

MERCATO E ROMERO – Continua Ferrero sul mercato: «Con Cambiasso ci abbiamo provato, ma lui non vuole giocare in Italia. Ci tengo a precisare che Ferrero non dice mai bugie. Io dico: io sò io e voi che prendete un milione per stare a casa siete gente improbabile e cercherò di allontanarvi dalla mia azienda. La distrazione dei presidenti è quella di fidarsi di addetti ai lavori poco attenti. Sono distrazioni che fanno perdere molti soldi». E forse anche Romero è una distrazione da 140mila euro al mese: «Romero è un grande portiere e credo che lui, essendo una persona serie, dopo quest’esperienza al Mondiale abbia capito che è il momento buono per andare in un club più importante della Samp. E poi ha un grande procuratore, il dottor Raiola, che è un genio».

Infine, una chiusura finale sullo stadio e il suo progetto per la Samp: «Ci vuole lo stadio. C’è una persona sola che può convincere questa città a farlo. Che presto vedrò. Basta la sua parola e lo stadio si fa. Chi è? Pensateci…».

Copyright 2024 © riproduzione riservata Samp News 24 - Registro Stampa Tribunale di Torino n. 44 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 - PI 11028660014 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a U.C. Sampdoria S.p.A. Il marchio Sampdoria è di esclusiva proprietà di U.C. Sampdoria S.p.A.