2013

Se il “Ferraris” diventa un calvario a tinte blucerchiate

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C’è poco da fare: sembra che uno stadio nuovo – o quanto meno un ammodernamento dell’attuale impianto – sia inevitabile. La dimostrazione è arrivata anche domenica, se mai ce ne fosse bisogno: il racconto del tifoso medio blucerchiato all’interno del “Ferraris” è incredibile. E non in senso positivo. L’apice si è raggiunto quando, come ha raccontato “Il Secolo XIX”, la Lazio è venuta a chiedere alla Samp carta igenica per il proprio spogliatoio, tanto che il club blucerchiato ha dovuto portarla da casa. Sembra una scena fantozziana, ma la questione è arrivata all’atto finale: migliorare o, in un qualche senso, morire. Nessuno ha dimenticato come domenica uno sciame di piccioni abbia constantemente occupato la fascia di Wszolek, impedendo al polacco di giocare al meglio contro il suo avversario Konko. Per non parlare delle zolle saltanti, ormai elemento caratteristico del prato del “Ferraris”. E pensare che un paio di anni fa erano state acquistate addirittura delle speciali lampadine in Olanda, che avrebbero dovuto permettere un miglior attecchimento dell’erba verso il terreno.

Vorremmo fermarci qui, ma i problemi proseguono. Il tabellone luminoso, durante Samp-Sassuolo, rimase spento; nonostante qualche cambiamento, si nota che qualche quadrato del monitor è rattoppato. Per non parlare del wi-fi, impossibile strumento da utilizzare per chi allo stadio – sopratutto dei media – vuole fare al meglio il suo lavoro. Per altro, i giornalisti che vengono da fuori non hanno accesso a password temporanee, come nel resto d’Italia: quando si avvicina il fischio d’inizio, il segnale prima s’allenta e poi non c’è più. Il Consorzio Stadium, gestore dell’impianto, stava lavorando ad un progetto per wi-fi libero per tutti: non sono stati ancora identificati i termini di questo lavoro. Tutto questo accade nonostante Genoa e Samp paghino più di un milione di euro d’affitto a testa all’anno: sarà il caso?

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