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Schick, dalla Juve alla Juve: un girone per diventare grande
La metamorfosi di Schick parte dalla gara contro la Juventus nel girone d’andata, quando il ceco segnò il suo primo gol in Serie A: da lì, il classe ’96 non si è più fermato, diventando in poco tempo uno degli attaccanti più attenzionati a livello internazionale
Torniamo per un attimo indietro al 26 ottobre 2016: la Sampdoria era reduce da un Derby importantissimo, vinto appena tre giorni prima contro un Genoa che, alla vigilia della stracittadina, appariva in condizioni psico-fisiche migliori rispetto ai blucerchiati, gravati anche dal peso di una spada di Damocle che sembrava pendere sulla testa di mister Giampaolo, lo spettro cioè di un esonero dovuto agli scarsi risultati ottenuti nelle precedenti partite, caratterizzate da poco mordente e da una preoccupante involuzione del gioco. Eppure, Quagliarella e compagni erano riusciti comunque ad avere ragione di un Genoa certamente ben organizzato ma poco cattivo, portando a casa i tre punti che li avrebbero proiettati alla sfida contro la Juventus con maggiore tranquillità. Conscio del bisogno di applicare un turn-over, Giampaolo si era presentato a Torino con una formazione molto diversa da quella di tre giorni prima, con novità assolute, dal primo minuto, come Dennis Praet e Patrick Schick. Proprio nella sua prima partita da titolare in Italia, il ceco era andato a segno per la prima volta in Serie A, contro la corazzata bianconera. Un segno del destino? Forse.
PREDESTINATO – Fatto sta che da lì in poi Patrick Schick non si è più fermato, e ha continuato ad inanellare prestazioni positive che gli hanno fatto scalare le gerarchie dell’attacco blucerchiato, scavalcando dapprima Budimir in qualità di prima scelta offensiva dalla panchina, e andando poi, più volte, ad insidiare il posto dei titolarissimi Muriel e Quagliarella, anche se mister Giampaolo ha sempre esaltato la capacità del classe ’96 di spaccare le partite in qualità di subentrato. Dopo la partita contro la Juventus, infatti, Schick si è dimostrato una pedina preziosissima soprattutto a gara in corso: rigore guadagnato contro il Sassuolo per sancire la rimonta finale, rete della sicurezza in casa contro il Torino, gol contro Lazio e Chievo, altra rimonta propiziata contro la Roma in casa, gol al Bologna e al Pescara. La media-gol di questo ventenne è davvero straordinaria: una marcatura ogni 112 minuti in campionato, fatto che lo ha portato anche ad essere l’attaccante subentrante più letale in Europa. Numeri da predestinato, che certificano la metamorfosi di un ventenne arrivato a Genova in punta di piedi e diventato uno dei più interessanti prospetti a livello internazionale. Il tutto, si potrebbe dire, nel corso di un girone, dalla partita contro la Juventus all’andata, quando gli addetti ai lavori iniziarono a segnare sul taccuino il nome di un ragazzo che lasciava trasparire parecchio talento, alla gara contro la Juventus al ritorno, alla quale Schick arriva ormai non più come scommessa, ma come una solida certezza.