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Salvate il soldato Schick: un patrimonio da trattenere (a tutti i costi)

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Con il gol di domenica, Patrik Schick si dichiara come uno talenti del calcio europeo per il futuro. La Samp, però, deve trattenerlo, anche a costo di rinunce dolorose

Sentire la porta alle proprie spalle in area di rigore è tipico dei grandi attaccanti. Avere invece la percezione del campo e dello spazio senza vederlo è caratteristica dei grandi campioni. In questo senso, Patrik Schick ha dato un saggio di bravura niente male domenica, quando ha saltato un difensore del Crotone con un tocco leggiadro, che l’ha lanciato in profondità, dove ha battuto Cordaz per il momentaneo 1-0. Non è servito a vincere la contesa contro i calabresi, ma se nei vostri feed Twitter o nei bar sentite parlare di quel ceco capace di incantare la penisola calcistica nostrana, beh… è il 14 blucerchiato.

Qualcuno ha esagerato, chiamando in causa Dennis Bergkamp, che forse è meglio lasciar lì: il numero – simile, ma infinitamente più difficile e in uno spazio angusto, realizzato in un Newcastle-Arsenal – rimane ineguagliabile, così come la classe dell’olandese è sopraffina e inavvicinabile. Non che Schick non possa diventare qualcos’altro, anzi… la vera domanda è un’altra: lo diventerà qui a Genova? O il divertimento e la curiosità per questo ragazzone dal rapporto direttamente proporzionale tra il corpo longilineo e la classe sopraffina si chiuderanno quest’estate?

SACRIFICARE, TUTTI – Si sa come la situazione di Schick sia ben definita: contratto fino al giugno 2020, voglia di rimanere in linea di massima (manifestata anche nelle interviste) per un altro anno a Genova, la poca intesa tra il procuratore e il club per il rinnovo e l’adeguamento di contratto. La paura dell’entourage di Schick è quella di fissare una cifra impossibile e limitare l’asta, quando in realtà il patrimonio tecnico del classe ’96 sembra chiamare una contesa internazionale: siamo certi che a Londra ieri abbiano preso altri appunti. Tuttavia, per trattenere l’ex Sparta, non basterà solo la sua volontà, ma bisognerà mantenere anche una certa coerenza di bilancio. Per questo, il nome di Luis Muriel viene spesso fuori: se Schick ha dei margini di miglioramento, il colombiano – dalle doti naturali e dall’accelerazione imprendibile – sembra aver toccato il picco delle sue prestazioni a 26 anni. Meglio monetizzare bene e ora, piuttosto che rimpiangere un mancato sfruttamento delle sue performance. Ma se questo non bastasse? Forse dovrebbe partire un secondo pezzo, con il nome di Lucas Torreira in cima per le sue querelle tra rinnovo e un procuratore difficilmente malleabile. Ma vale la pena sacrificare anche l’uruguayano per Schick?

NESSUN DUBBIO – Sì. La risposta è sì, un mastodontico sì. Un giocatore come Torreira non ripasserà a breve, specie in una squadra come la Samp, che negli anni ha faticato a trovare un vero erede di Sergio Volpi, custode della regia sotto l’era Novellino. Tuttavia, Patrik Schick è uno di quei talenti che passano una volta ogni vent’anni. Per sapere se saprà tener fede a quanto sta facendo vedere, dobbiamo attendere. Dovremmo rivederci tra due-tre anni e capire dove sarà arrivata la carriera del ceco, se veramente le grandi del pianeta si saranno allineate in un’asta folle per averlo. Ma oggi la risposta a questo dubbio sarebbe comunque sì, che le grandi faranno a botte per averlo. Lo capisci dagli occhi sgranati dei tifosi neutri, che sbavano al pensiero di avere un giocatore del genere. Per questo la Samp deve fare dei sacrifici, anche se fosse necessario rinunciare a un perno come Torreira e a un asso come Muriel. Anche andandoci pesante, anche sforando il tetto ingaggi per una sola stagione e offrendo una cifra folle per accontentare ragazzo e procuratore (e contemporaneamente alzando la clausola almeno a 35 milioni): se la fortuna assisterà la Samp e il giocatore, nell’estate 2018 saranno tutti contenti.

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