2015

Sardini e le parate migliori: «Viviano e Romero? La loro forza è la testa»

Pubblicato

su

Un rendimento di alto livello, non c’è che dire: i portieri della Samp quest’anno non hanno quasi mai deluso le aspettative dei tifosi. Dopo anni di incertezze, si può dormire sonni tranquilli. Non è un caso se il Doria ha una delle difese meno battute di questo campionato di A. E il merito va sopratutto ad Andrea Sardini, preparatore dei portieri blucerchiato: «Sono un po’ di parte, però mi sembra che sia Viviano che Romero stiano disputando una grande stagione. Al di là del gesto tecnico o della parata, la loro grande forza è la testa. Che poi è la qualità principale di un portiere. Ne ho visti di meno dotati fare una grande carriera proprio grazie alla testa. E altri con maggiori qualità farla meno importante, per la testa».

CI VUOLE LA TESTA – Sardini si spiega meglio: «Avere la testa significa avere la capacità di farsi trovare sempre pronti, di gestire le situazioni con equilibrio. Il portiere non è un giocatore di movimento. La sua partita vive di pausa di 2-3 minuti. L’azione in quel momento è lontana da tutti e tu resti lì tra i pali, con i tuoi pensieri. A gestire l’attesa, perché sai che tra un po’ dovrai parare. Un portiere veramente bravo è quello che para i soli tre tiri che gli fanno in 90′». Viviano e Romero promossi a pieni voti: «Si son fatti trovare sempre prontissimi. Viviano era fermo da un anno e mezzo: qui ha trovato un ambiente che gli ha permesso di avere una grande reazione. E Sergio è un portiere che ha giocato la finale del Mondiale dopo un anno passato quasi tutto in panchina».

DA COSTA E PORTIERONI – Per Sardini, l’esempio perfetto di testa viene da uno che ormai è un ex blucerchiato: «L’esempio perfetto sulla “testa” è Da Costa, verso il quale qui a Genova ho notato un po’ di prevenzione esterna. Lui non ha la struttura fisica di Emiliano o Sergio, ma una grandissima forza interiore che gli consente di gestire sempre con grande equilibrio tutti i momenti, belli o brutti». Arriva poi una descrizione dei suoi portieri: «Sono portieroni in tutti i sensi. Superano il metro e 90, con strutture fisiche differenti. Viviano è alto 1.95, reattività di braccia incredibile, è molto muscolare. Sergio è più longilineo: pur essendo alto è velocissimo nell’andar giù, si vede nelle uscite basse. Hanno entrambi un gran senso della posizione e sono bravissimi a giocare con i piedi: sotto questo profilo, sono i più bravi della Serie A».

DUE TITOLARI – In Serie A si è venuta a creare questa tendenza del doppio titolare, vista quest’anno anche alla Samp: «Secondo me non è una tendenza, ma una delle conseguenze di questi calendari intensi. Tante partite. Le gerarchie sono sempre chiare, ma è una questione di testa – dice Sardini a “Il Secolo XIX” -. Viviano e Romero sono due ragazzi intelligenti, esperti, che conoscono bene le dinamiche del calcio. Sai che oggi puoi giocare e domani no. E sanno vivere bene entrambe le situazioni. Sanno anche che comportarsi da professionista paga sempre: non hanno mai creato problemi, né messo in difficoltà Mihajlovic o me. Fosse per me, però, li farei giocare entrambi: sai che spettacolo…».

GRUPPO SARDINI – Sardini è sempre stato apprezzato dai portieri con i quali ha lavorato. Una sorta di famiglia allargata: «Noi portieri siamo un po’ a parte. Gran parte degli allenamenti li facciamo da soli. Credo di aver instaurato con loro un rapporto forte. Anche confidenziale, ma senza mai confondere i ruoli: io sono l’allenatore, loro i portieri. E lo sanno. Ancora oggi alcuni ragazzi che non sono più qui – come Berni, Da Costa o Fiorillo – mi telefonano. E questo, per come sono fatto io, vale tantissimo».

Exit mobile version