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Saponara racconta il gol: «L’emozione più grande provata in campo»
Saponara torna sul gol segnato alla Lazio: «Per un attimo non ci ho creduto. Siamo stati bravi e fortunati, ma la fortuna te la vai a cercare»
La partita di sabato sera contro la Lazio sembrava poter diventare l’ennesima delusione data alla Samp sul finale di partita. Dopo più di tre quarti della partita in vantaggio, infatti, i blucerchiati si erano fatti rimontare dai padroni di casa grazie ai gol di Francesco Acerbi prime e di Ciro Immbile poi, su rigore assegnato con l’aiuto del Var. Ci ha pensato però Riccardo Saponara a travestirsi da supereroe blucerchiato e a punire la Lazio allo scadere con un tacco volante. Esultanza impazzita da parte di giocatori in campo e panchina e maglia al cielo per Saponara, che ha poi ricevuto una delle ammonizioni più dolci della sua carriera: «Assolutamente sì. Anche perché è stata la prima volta che ho tolto la maglietta dopo avere segnato. Si è trattato di un piccolo ma significativo step anche nei confronti di me stesso».
Il numero 5 doriano, nel pieno dell’estasi post-gol, è andato a cercare i tifosi blucerchiati e ha festeggiato con loro: «Sono corso dai nostri tifosi, mi hanno travolto. Indimenticabile. E poi, dai, sarebbe stato ingiusto perdere. Anche se ci siamo andati vicini. Il rigore di Immobile ci aveva tagliato le gambe e quando abbiamo battuto a centrocampo dentro la squadra si respirava più sfiducia che rabbia, anche perché eravamo consapevoli che mancavano al massimo un paio di minuti. Un punto a testa – afferma il centrocampista a Il Secolo XIX – premia un tempo a testa. Noi, ottimi nel primo e remissivi nel secondo. Fortunati? Sì, ma te la vai cercare la fortuna. Il rigore? È stato eccessivo, però con il senno di poi ci ha fatto guadagnare ancora quel paio di minuti di recupero… Giocare di più? Certo che mi piacerebbe. Ma per farlo devo essere pronto quando l’allenatore mi chiama in causa. Tra me e Gaston c’è grande stima reciproca e quindi viviamo il ballottaggio nel modo giusto».
Il gol segnato all'”Olimpico” è un colpo da arti marziali che entra sicuramente nella top 3 dei gol del trequartista blucerchiato. Saponara lo racconta: «Non volevo fare toccare terra alla palla e quindi potevo colpirla solo in quel modo. Non ho visto dov’era Strakosha, ma ho immaginato che fosse un po’ fuori dai pali. Mi sono concentrato sulla palla. E quando è entrata fisicamente dentro la porta della Lazio, ancora per un attimo non ci ho creduto. Un’emozione fortissima, la più forte finora provata su un campo di calcio. Ma una fetta di merito va a Kownacki. Ha alzato la palla nel modo migliore». E dire che Saponara pensava ormai di non entrare più in campo: «Giampaolo mi ha fatto scaldare quasi tutto il secondo tempo e quando ho visto passare la mezz’ora mi ero ormai convinto che non sarei entrato. Quando mi ha chiamato per il cambio, la Lazio stava spingendo a manetta. Sono stato un po’ travolto, mi accorgevo di essere confusionario e ho perso anche alcune palle di troppo, non da me. Ma dopo il 2-1, in quei due minuti finali ho improvvisamente trovato energie fisiche e mentali che pensavo invece di non avere».