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Sampdoria, Yepes: «Il gruppo era molto unito, sul rinnovo…»

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Sampdoria, le parole del centrocampista spagnolo Gerard Yepes sulla stagione appena conclusa e sulla squadra

Ha concesso una lunga intervista a La Repubblica Gerard Yepes, centrocampista spagnolo della Sampdoria, nella quale ha parlato dell’ambiente blucerchiato e della stagione appena conclusa. Queste le sue dichiarazioni:

FASCIA DA CAPITANO – «Portare la fascia è una responsabilità ulteriore che, se mai capiterà, sono pronto a prendere davanti al popolo sampdoriano. Già a sette anni ero capitano, poi non ho più smesso fino a quando non sono arrivato a Genova.»

ANDREA PIRLO – «Il consiglio più frequente del mister? Lui spiega tutto del ruolo. Il calcio non è una scienza esatta, bisogna sapersi adattare, l’atteggiamento è diverso con un avversario che pressa o con un altro che si chiude dietro. Preferisce parlare poco, conciso ed efficace.»

ABBRACCI – «Gli abbracci al mister dopo il gol? Era un modo per ribadire l’unione del gruppo. Non lo facevamo per gli altri, per fare scena, ma perché eravamo veramente uniti. Il piacere di stare insieme è stata la forza più importante in questa stagione.»

GOL – «Da piccolino correvo più veloce, e nel calcio a sette mi schieravano in avanti. Poi mi hanno arretrato, io nel calcio a undici ho sempre fatto il centrocampista. Ho sognato tante volte di fare gol, era una gioia che volevo dare e vivere, soprattutto in casa e sotto la Sud. Siamo andati spesso, io e mio padre, a vedere la Sampdoria e so cosa succede quando la palla entra in porta: Troppo bello.»

ESULTANZA – «Sarò totalmente spontaneo. Penso che potrei essere talmente emozionato da fare qualsiasi cosa, anche salire sulle griglie per potermi abbracciare con la gente.»

CARATTERISTICHE – «Come migliore giocata metto la cosiddetta “imbucata”, che permette di spaccare in due le linee di pressione e consente agli attaccanti di tentare la giocata. A volte dovrei verticalizzare nello spazio dietro la difesa, devo lavorare su questo aspetto.»

GRUPPO SQUADRA – «Ritorno dei giocatori in prestito? Sarebbe bellissimo, perché eravamo un grande gruppo e si partirebbe da una base importante. Non dipende solo da loro, ma in tanti vorrebbero tornare qui.»

VOTO – «Da tifoso come voto mi darei un otto. Forse mi sarei dato nove con qualche gol, ma punto a far meglio il prossimo anno.»

CONFRONTO CON TORREIRA – «Mi piace parecchio, ci siamo conosciuti e scambiati le magliette. Abbiamo caratteristiche simili, ma poi ognuno ha la propria identità.»

VIVAIO – «Da prodotto del vivaio sento un affetto particolare, così come sento la responsabilità di essere un punto riferimento per gli altri ragazzi.»

GENOVA – «Se mi sento genovese? Ho vissuto 15 anni a Barcellona e 7 a Genova. Mi sento spagnolo, ma la componente genovese cresce ogni giorno. Spero di passare ancora tanto tempo qui.»

RINNOVO – «La mia volontà di rimanere è totale. Testa e cuore sono a Genova, aspetto solo una chiamata.»

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