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Sampdoria Women, l’intervista completa di Karresmaa sull’esperienza italiana

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Il portiere delle Sampdoria Women e della Finlandia Kerttu Karresmaa ha raccontato le sue impressioni dopo i primi sei mesi in Italia

La squadra delle Sampdoria Women vanta diverse giocatrici che militano nelle rispettive Nazionali, tra queste vi è anche la giovanissima Kerttu Karresmaa arrivata a Genova nello scorso autunno.

Il portiere blucerchiato è stato intervistato dalla redazione di JPY e ha raccontato la sua vita in Italia, dove studia molto e si applica a scuola oltre che pensare agli allenamenti. Ecco le parole dell’estremo difensore delle blucerchiate sulle sue impressioni sul campionato italiano:

«È andata molto bene. Sono nella squadra come seconda base, quindi non ho giocato partite di campionato. Questa però per me è una grande opportunità e anche la vita fuori dal campo va bene. L’allenatore non parla affatto inglese, quindi è stato anche per me una buona motivazione studiare l’italiano. Posso già comunicare bene adesso. All’inizio la barriera linguistica era ovviamente un po’ difficile, ma ora va tutto bene. E c’è da dire che in Italia le cose non vanno secondo i tempi concordati. C’è una grande differenza rispetto alla Finlandia. Il numero uno della squadra si è infortunato e ho potuto subito giocare la partita di campionato».

«Probabilmente sono solo i cinque allenamenti riportati di seguito. Sicuramente mi ha reso più facile adattarmi, il fatto che ho potuto giocare subito e anche gli altri giocatori hanno dovuto accogliermi subito. Ma l’Italia non è certo il posto più facile per un giovane, almeno per il primo trasferimento all’estero. Ha anche reso molto più semplice il fatto che il nostro allenatore dei portieri sia davvero bravo e coinvolto. E abbiamo un gruppo davvero affiatato con gli altri portieri della squadra». 

«La prima partita? È arrivata molto velocemente, dopo solo pochi allenamenti. È stato un grande passo avanti, tra le altre cose, per quanto riguarda la comunicazione sul campo. E sì, è diventato un po’ teso. La seconda partita, a febbraio, è stata molto più semplice. In campo non devi pensare a chi hai davanti. Si concentra solo sul gioco».

In seguito ha anche raccontato la sua vita personale lontana dal terreno di gioco e ha spiegato che:

«Sapevo già in anticipo che il ritmo qui è più duro che, ad esempio, in Finlandia. Anche qui i giocatori sono più abili e commettono meno errori. Quindi quel tipo di abilità individuale è di alto livello. Il nostro gioco si basa molto sulla difesa, quel tipo di difesa organizzata di tutta la squadra, che è anche molto praticata. Ogni settimana giochiamo anche le partite di allenamento e, anche se l’avversario è la squadra U19 del nostro club, andiamo comunque avanti in difesa. La mia giornata? Intorno alle 9:30 c’è un raduno presso il centro di formazione. Di solito faccio un allenamento di forza di 45 minuti e alle 10:30 iniziamo ad allenarci con i portieri. L’allenamento con la palla dura circa due ore. Dopodiché, casa, pranzo e compiti a scuola».

Infine ha raccontato quale sia stato il suo sogno sin da piccola e dove vorrebbe andare a giocare in futuro:

«Quando ero più giovane, l’obiettivo era sempre quello di arrivare in Nazionale. Quando il calcio femminile è cresciuto, si è capito che cosa può esserci ancora in esso. Probabilmente già dall’età di 14 anni l’obiettivo è stato quello di giocare a livello professionistico all’estero. È difficile da descrivere, ma è una sensazione fantastica. Ma ora in qualche modo capisco che quando il sogno di giocare all’estero diventa realtà, allora ovviamente servono nuovi obiettivi e sogni. Gioca molto. E un giorno voglio giocare in Inghilterra».

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