Hanno Detto
Sampdoria Women, De Rita: «Salviamoci senza soffrire»

Aurora De Rita, una delle stelle della Sampdoria Women, ha fatto il punto in vista dell’inizio del girone di ritorno: le parole
Aurora De Rita, una delle stelle della Sampdoria Women, ha fatto il punto in vista dell’inizio del girone di ritorno: le parole a La Repubblica.
ESULTANZA – «Mi era rimasto il colletto sollevato prima della partita e il fisioterapista Simone mi aveva chiesto di esultare così. Ha portato bene. La rete perfetta è cross mio o di Oliviero e inserimento vincente dell’altra. Troppo bello».
SAMPDORIA – «Palmieri ha formato una grande famiglia, con giocatrici, staff e settore sanitario. Si sta bene, una squadra perfetta, tutte positive, ridiamo quando c’è da scherzare, ma siamo anche molto determinate. Aspettiamo il ritorno a Genova, la sfida a Marassi con il Como resta una grande emozione».
INIZIO – «Ero l’unica ragazza in mezzo ai miei amichetti, ma ero considerata tantissimo. Mio padre Luca è un tifoso sfegatato della Juventus e mi ha portato al provino, ho seguito le orme di mio cugino Michelangelo. Ho avuto la fortuna di poter giocare vicino a casa».
NAZIONALE – «La maglia dell’Under 23 è già in casa assieme alle altre, l’azzurro sarebbe un modo per ripagare i sacrifici dei genitori, i miei primi tifosi. Nei due anni di stop per l’infortunio del 2017 mi hanno sostenuto sotto tutti i punti di vista. Ero in Primavera, aggregata alla rosa della prima squadra dell’Empoli, è stato un duro colpo, ma sono diventata ancora più determinata. L’Italia è un sogno con certe maglie sarebbe più facile essere convocate ma qui diventerebbe ancora più bello».
GIRONE RITORNO – «Non ci sentiamo mai battute. Il calcio è fatto da episodi, si è visto contro la Fiorentina. Servono punti, vogliamo centrare la salvezza senza soffrire come lo scorso anno».
MODELLO – «Sergio Ramos, mix di personalità, qualità, istinto. Arrivare prima sulla palla è una voglia che sento dentro. Il calcio è cambiato, il terzino è quasi un centrocampista, mi piace questo ruolo, ma la sfida diretta resta un’emozione unica».
