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Sampdoria, Lanna: «Vialli è sempre nei miei pensieri. Ha lasciato un bellissimo ricordo»
Marco Lanna, presidente della Sampdoria, ha nuovamente ricordato la figura di Gianluca Vialli: ecco le sue parole
Marco Lanna, presidente della Sampdoria, ha nuovamente ricordato la figura di Gianluca Vialli. Ecco le sue parole rilasciate ai microfoni di Telenord.
IMMAGINE – «Luca lo penso quasi tutti i giorni, oggi è giusto che sia ricordato qui in maniera grandiosa, perché ha lasciato un bellissimo ricordo, aveva dei grandissimi valori. Quando provo a chiudere gli occhi e pensare a Luca, lo vedo sempre sorridente. Lui emanava positività ed era sempre un piacere stare assieme a lui, credo sia l’immagine che ha lasciato a tutti».
FILM – «Il film è stata un’opera che lui ha voluto fortemente e ha seguito in maniera quasi maniacale, lo stesso regista Marco Ponti ha raccontato come non mancasse mai di dare consigli. Questo molo è diventato il simbolo di quell’unione che legava non solo lui e Roberto ma tutti noi, e con noi intendo tutti i blucerchiati. Credo che essere qua sia importante, ci riunisce il ricordo di Luca».
TRATTATIVA – «Da amico, soprattutto nel 2019 quando c’era la trattativa in corso con gli americani, quando veniva di nascosto a Genova, io lo accompagnavo a vedere case, o a Bogliasco a vedere la struttura. È venuto diverse volte e in quelle occasioni ho avuto modo di conoscerlo meglio, e il nostro rapporto è diventato ancora più speciale perché Luca era una persona speciale».
PROGETTO – «Mi ha aiutato tantissimo nel mio anno di presidenza, ci confrontavamo, lui era molto interessato a quelle che erano le dinamiche interne, sia sportive che non. Io a lui chiedevo consigli perché conosceva perfettamente la struttura Sampdoria, avendola studiata nei minimi dettagli. C’è stata una corrispondenza telefonica costante, bella, ridevamo, scherzavamo e abbiamo condiviso molte cose, e un progetto che avevamo».
PRESIDENTE – «Se lui fosse diventato presidente avevamo tante idee per portare avanti il progetto Sampdoria, avrebbe proseguito l’epoca Mantovani, ma proiettata trent’anni dopo. Con lui scherzavo spesso dicendogli che gli stavo tenendo in caldo la poltrona perché conoscevo sia la sua voglia, sia le sue capacità manageriali e le competenze. Sarebbe stato un piacere potergli cedere la presidenza, se la meritava e sapevo che avrebbe fatto grandi cose. Di lui quello che mi manca è il sorriso, la sua ironia, e la sua capacità di dirti sempre la cosa giusta nel momento giusto».