Hanno Detto
Stankovic: «È difficile, oggi mi sono commosso. Su Sabiri…»
Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A pareggiato contro la Salernitana: le dichiarazioni
Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A pareggiato contro la Salernitana. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di DAZN.
PAREGGIO – «Ci sono tanti perché, non mi piace ripetermi. Non mi sono piaciuti i primi 20 minuti. C’era di nuovo la tensione che ci ha schiacciato. Nessun calciatore reagisce nello stesso modo. Qualcuno si fa condizionare, e su questo non posso farci nulla. Venendo allo stadio e guardando fuori ho visto gente dai 7 ai 77 anni che ci incoraggiava, applaudiva e mandava baci. Poi ho visto la coreografia e mi sono commosso. Più di così cosa devono fare i tifosi per farci sciogliere la tensione. Ho detto prima della partita: devono divertirsi. Qualcuno riesce a gestirla, qualcuno no».
SABIRI – «Avrei potuto fare tre cambi in quel momento, ma non ho voluto mettere in difficoltà la squadra. Io non voglio scendere di livello di prestazione, per quello ho fatto il cambio. Non cambia il minuto, la squadra deve essere organizzata. All’intervallo ci siamo ridisegnati e la squadra c’è stata. Avevo tante assenze, non è una scusa. Ma si vedeva. Rientri da lunghi stop, giocatori che non avevano squadra, sono arrivati e messi a disposizione. Ragazzi che sono stati spettacolari. Si va avanti. È difficile non lo nascondo. Ma non voglio abbassare la guardia. Non voglio incassare pugni, ma voglio anche darne».
PAURA – «Quando giochi ogni partita come se fosse ultima, è difficile. È un oggi o mai più. Mi sono trovato anche io tanto tempo fa in una situazione del genere dove l’importanza del momento ti fa andare sottotono. Io ho ringraziato i miei giocatori perché hanno dato tutto».
QUAGLIARELLA – «Quagliarella dopo un infortunio in ritiro è tornato ad allenarsi, poi è stato colpito dall’influenza con la febbre alta. Si è messo a disposizione. Lui e Jesé hanno diviso la partita. Ci serve un tempo che noi non abbiamo. L’ho guardato e gli ho detto: Fabio risolvi tu questa partita».
SALVEZZA – «Quanto ci credo da 1 a 10? Basta con queste domande».