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Romei: «Dispiaciuto, ma orgoglioso. Ferrero? Prendo atto»
L’avvocato Antonio Romei, ex membro del CdA della Sampdoria, tira le somme sui suoi anni in blucerchiato
A due giorni dall’uscita del CdA della Sampdoria, Antonio Romei tira le somme dei suoi anni in blucerchiato, sulle pagine de Il Secolo XIX. Il rapporto con il presidente Massimo Ferrero, la cessione sfumata, Garrone e il futuro: questi alcuni dei temi trattati.
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DISPIACERE – «Sono molto dispiaciuto. Ma orgoglioso dei miei sei anni in Sampdoria. Un’esperienza indimenticabile della mia vita, con momenti contrastanti, ma da ottimista, prevalgono i positivi. Mi viene in mente il primo anno, l’impatto con un mondo nuovo e trascinati da un condottiero con Mihajlovic. Affascinanti le tre stagioni con Giampaolo. Penso che ci sia mancato poco per fare il salto di qualità, non ci sentivamo troppo lontano dall’Atalanta, detto con un pizzico di presunzione. Ricorderò per sempre il “nostro” momento: a fine partite nello spogliatoio, mentre Marco era sotto la doccia commentavamo la partita».
BILANCIO – «L’anno di Montella e Di Francesco? Sono stati commessi un po’ di errori, anche da me. Ad esempio abbiamo sottovalutato i problemi che potevano nascere dalla transizione con il metodo di Giampaolo. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Pioli, siamo andati vicini tre volte a prenderlo. È stato bravissimo Ranieri a tenere la barra dritta, grazie anche un gruppo di calciatori professionali e con un’immensa cultura del lavoro. E la salvezza conquistata a quattro giornate dalla fine è stata un grande risultato. A maggior ragione nella stagione post covid. L’assenza dei tifosi ha creato un clima surreale. Speriamo di tornare presto alla normalità e di debellare il maledetto virus. Sono sicuro che la Sampdoria l’anno prossimo non soffrirà. Osti e Pecini sono due dirigenti top costruiranno un ottima squadra»
ADDIO AL CDA – «Ferrero ha fatto una scelta di discontinuità, più che legittima. Ne ho preso atto».
ROTTURA – «La nostra forza è sempre stata una, la condivisione di ogni scelta. È mancata negli ultimi mesi e questo è il problema per il quale sono stato gradualmente allontanato dalla vita della società. Non vedevo certe cose come altri».
MERCATO – «Tornando al mercato, è normale magari che uno spingesse di più per una trattativa e un altro per un’altra, ma ogni scelta finale è stata condivisa da tutti. Errori certo se ne possono fare. Ma in questi sei anni sono state chiuse tantissime operazioni e ricordo pochissime minusvalenze. E sostenibili».
CESSIONE SAMPDORIA – «Sui pretendenti non so niente. Per il resto abbiamo certo beneficiato di un periodo storico economicamente favorevole, soprattutto grazie all’incremento dei diritti tv. La gestione Garrone è stata spesso costretta a ricapitalizzare. Noi in sei anni abbiamo portato il patrimonio giocatori da 38 a 108 milioni. Le immobilizzazioni da zero a 30 e mi riferisco a Casa Samp e al Futuro Mugnaini, i cui lavori sono fermi. Nel contesto di un preciso percorso di crescita. La società è strutturata, ci sono professionisti top come Bosco, con il quale ho lavorato fianco a fianco, e poi Ienca, Tortarolo, Caroli. Certo, tutto è migliorabile. Ad esempio il settore giovanile, che dovrebbe produrre almeno uno o due calciatori da prima squadra all’anno».
DIALOGO – «Ferrero ha sempre saputo tutto, poi da un certo momento in poi non l’ho più gestita io. Ho sempre detto sia al presidente che a Vialli che ogni mia eventuale permanenza sarebbe stata affrontata solo dopo l’eventuale cessione. Poi c’è stato qualcuno che avrà usato questa cosa per mettermi in cattiva luce, ma è un problema suo, non mio. Mi si può accusare di tutto, ma non di mancanza di correttezza e credibilità».
GARRONE – «Sono cose riservate. Io ho svolto un ruolo e ho sempre mantenuto un grande rapporto con la famiglia Garrone, persone speciali per Genova e per la Sampdoria. C’è stato spesso un confronto con loro, come era giusto che fosse. Io comunque in questi anni non ho mai cercato visibilità, ma credibilità».
FUTURO – «Ho un contratto di consulenza con il mio studio legale. Con Ferrero? Il venire meno della fiducia rientra in un rapporto e fa parte della mia vita di libero professionista. Io rispetto tutti e mi aspetto lo stesso dagli altri».
LEGA CALCIO – «Ho dedicato molto tempo alla Lega, è stato fatto un gran lavoro da dal Pino e Del Siervo, ma bisogna che si renda ancora più autonoma dalle società, altrimenti continueranno a prevalere interessi individuali. Ecco, con Ferrero ultimamente abbiamo avuto delle opinnioni divergenti sulla Lega e magari qualcuno le ha calcate e ci ha soffiato sopra».
SALUTI – «Non rinnego niente e non volterò le spalle a nessuno. Un grande in bocca al lupo a Ferrero. Ringrazio e saluto chi ha condiviso questa esperienza con me, da ogni dirigente a ogni staff, dal persona della sede a ogni calciatore. I componenti del vecchio CdA che hanno svolto un grande lavoro. E i tifosi blucerchiati unici al mondo. Resterò sempre anch’io sampdoriano».